“Educare non è solo una fase della vita perché specie nella biografia di don Giampietro l’educazione ha rappresentato un momento trasversale, lungo tutto il suo percorso”. Così Giorgio Mion, professore associato di Economia aziendale all’Università di Verona, ricorda don Giampietro Fasani, il sacerdote a lungo economo generale della Cei, oggi ricordato a Roma, alla presentazione del libro “L’amico venuto dal Martìn”. “L’ho conosciuto – continua Mion – a un convegno di Adoa e ho avuto un’esperienza di vita importante. La cosa che mi colpì era che fosse molto preoccupato non delle cose da fare ma del senso delle cose”. A proposito degli scritti firmati dal sacerdote e raccolti nel volume, il docente ricorda: “Nella omelia per il Corpus domini del 2012, in piena crisi economica, leggo un tratto ottimistico, non ingenuo, ma segno della capacità di vedere, trasmettere il bene e chiamare la comunità a essere maestra di se stessa. Scriveva: ‘Ci ritroviamo a essere come pecore senza pastore, che hanno bisogno di pastori saggi. Anche noi siamo pecore, siamo chiamati a educare’”. “Fare educazione – ha concluso Mion – è uno stile di vita che non finisce mai, ma ha uno spazio preciso”.