“La Russia sta spostando la sua energia verso l’est, Cina e India in primis. Gli Usa sono energeticamente autosufficienti, l’Europa, che consuma 400 miliardi di metri cubi di gas, è in totale deficit, alla ricerca di una risposta al problema del progressivo allontanamento della Russia in un contesto in rapido cambiamento”. Così Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, durante il convegno internazionale intitolato “Democrazia per il bene comune. Quale mondo vogliamo costruire?” in corso di svolgimento alla Pontificia Università Gregoriana. “Diversificazione geografica e tecnologica è l’unica strada che possiamo intraprendere, ma ci sono filiere produttive, specie quelle pesanti, che hanno difficoltà ad affrancarsi dal fossile”, ha spiegato ancora Descalzi a proposito della situazione attuale di approvvigionamento del nostro Paese e della Ue, in questo contesto una criticità: “L’Europa è cieca perché non vede che l’energia di cui ha bisogno può venire dall’Africa e dal Mediterraneo. Il piano Mattei del Governo Meloni è la risposta, ma l’Italia da sola non può farcela, ha bisogno dell’Europa, ma dobbiamo guardare all’Africa in modo diverso, mettendola al centro dell’interlocuzione, dando loro una mano e trattandola da pari”. “Eni ha dato elettricità a 20 milioni di persone nell’Africa subsahariana”, ha aggiunto ancora il manager del colosso energetico. Energia, sanità, agricoltura, educazione sono i temi caldi, le emergenze dell’Africa secondo l’ad di Eni, di cui l’Europa deve occuparsi se vuole far sviluppare il continente e non avere un atteggiamento predatorio nei loro confronti: “Creare valore e non profitto deve essere il nostro scopo, per farlo dobbiamo sacrificare qualcosa nel breve periodo per puntare su un futuro di cooperazione”.