È trascorso un secolo da quel 24 marzo 1923 quando l’allora vescovo di Padova, mons. Luigi Pellizzo, fu costretto, a seguito di una vera e propria congiura, a dare le dimissioni dalla guida della diocesi di Padova, e venne trattenuto a Roma da Papa Pio XI, che gli assegnò il ruolo di segretario-economo della Fabbrica di San Pietro e contestualmente lo nominò arcivescovo titolare di Damiata. Qualche giorno prima, il 22 marzo scrisse una lettera, che rappresenta una sorta di testamento e lettera di commiato. Nato nel 1860 a Faedis, il vescovo Pellizzo vi morì nel 1936 e qui desiderò essere sepolto nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Faedis. A un secolo da questa triste pagina della storia della Chiesa di Padova, l’attuale vescovo, mons. Claudio Cipolla, accompagnato da una sessantina di preti della diocesi, dalle rappresentanze di alcune realtà volute dal vescovo Pellizzo stesso (alcune classi dell’Istituto Barbarigo, una delegazione della Casa del Fanciullo, la redazione del settimanale diocesano La Difesa del popolo, fondato nel 1908 dal Pellizzo, alcuni missionari Comboniani, che il Pellizzo chiamò a Thiene nel 1919 e a Padova nel 1921 per un servizio pastorale), e da alcuni familiari ha desiderato recarsi in pellegrinaggio sulla tomba del vescovo, in un atto penitenziale e riparatore.
La giornata, si legge in una nota diffusa dalla diocesi, è iniziata con un momento di approfondimento curato dalla storica Liliana Billanovich, che alla vicenda di Pellizzo ha dedicato nel 2014 il volume “Luigi Pellizzo, vescovo di Padova (1907-1923)”. Billanovich, già docente di Storia della Chiesa moderna e contemporanea e di Storia dei rapporti Stato-Chiesa alla facoltà di Scienze politiche di Padova e attualmente membro dell’Istituto per la Storia ecclesiastica padovana, ha proposto una chiara e precisa ricostruzione storica, senza sconti, delle vicende che hanno portato alle dimissioni forzate del vescovo Luigi Pellizzo, riconoscendo responsabilità di quanti, all’interno della Chiesa padovana stessa (ma anche di rappresentanti del patriarcato di Venezia e della Diocesi di Treviso), avevano avviato una vera e propria campagna denigratoria contro il presule.
La giornata pellegrinaggio è proseguita con la celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Cipolla, nella chiesa di Faedis dove riposa il vescovo Pellizzo, che si è conclusa con un atto di omaggio e di preghiera sulla tomba.
Il pellegrinaggio è proseguito poi con la preghiera dei Vespri insieme alla comunità dei frati cappuccini del santuario di Castelmonte.