“Ero molto sorpreso dall’atteggiamento dello Ior, che ci ha fatto aspettare tutti quei mesi facendoci spendere un milione di euro al mese per poi negarci il prestito per il mutuo sul Palazzo di Londra. Perciò chiesi alla Gendarmeria di fare un rapporto sullo Ior: aveva un atteggiamento anomalo. L’ho fatto e lo rifarei. Temevo che Torzi rientrasse dalla finestra dopo essere uscito dalla porta”. Lo ha dichiarato mons. Edgar Peña Parra, Sostituto alla Segreteria di Stato, durante il controesame davanti al tribunale vaticano, nell’ambito del processo in corso sugli investimenti della Segreteria di Stato a Londra. Ad una domanda del legale della Segreteria di Stato, costituitasi parte civile nel processo, Paola Severino, ha chiesto a Peña Parra se nel momento della richiesta allo Ior di rifinanziamento del mutuo per il Palazzo di Sloane Avenue, si sia mai sentito ricattato da qualcuno. Il Sostituto ha risposto: “No, non sono mai stato ricattato da nessuno”. A Peña Parra è stato chiesto come sapesse che il finanziere Gianluigi Torzi era il segretario di Raffaele Mincione. Lo stesso Promotore di Giustizia aggiunto, Roberto Zannotti, ha fatto presente che tale circostanza risultava da un documento ritrovato durante una perquisizione nell’ufficio di mons. Mauro Carlino. Peña Parra ha dichiarato che questo documento “sarebbe pervenuto dai servizi segreti italiani”.