“Mentre tutti vogliamo che gli attraversamenti pericolosi della Manica, da parte di persone che sfuggono povertà e guerre per costruirsi un futuro migliore qui, finiscano, questa nuova legislazione tratta migranti e rifugiati come un problema da risolvere, anziché come fratelli e sorelle nei confronti dei quali abbiamo responsabilità”. Con queste parole il vescovo Paul McAleenan, responsabile del settore migrazione della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha criticato la nuova controversa legislazione introdotta, questa settimana, dal governo britannico per fermare le piccole imbarcazioni che arrivano sulle coste inglesi dalla Francia. Una legge, giudicata inaccettabile dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che impedisce a chi arriva nel Regno Unito, in modo irregolare, di richiedere asilo, proibisce a queste persone, per sempre, l’ingresso nel Paese e prevede, per loro, l’espulsione.
“Queste persone, che scappano da persecuzioni e altri disastri naturali, hanno un nome, un volto e una storia e molti di loro hanno legami con parenti che già abitano nel Regno Unito eppure non ci sono, per loro, itinerari sicuri”, ha scritto ancora il vescovo McAleenan nel suo comunicato. “È importante, per accogliere queste persone, avviare percorsi più sicuri e capire davvero le loro storie individuali. Come cristiani chiediamo che la persona umana, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, venga posta nel cuore delle politiche pubbliche”, ha concluso.