Due rifugi temporanei a Idlib e Jandairis, 35 accampamenti in 15 città per 5000 persone, 1200 pasti caldi al giorno, 400 kit di emergenza contenenti coperte, materassi, teli di plastica, 400 ceste alimentari, fornitura elettrica a 5 cliniche e scorte di farmaci salvavita ai presidi medici attivi sul territorio. E poi noleggio di 3 macchinari pesanti per rimuovere le macerie ed estrarre le persone intrappolate negli edifici crollati, evacuazione di Shekh Maqsoud e Eshrefiy Shekh (due quartieri di Aleppo) e trasporto dei feriti. È racchiuso tutto in queste cifre l’aiuto portato, solo nelle prime 48 ore, le più delicate, da Un Ponte Per alla popolazione di Aleppo dopo il sisma del 6 febbraio scorso. L’aiuto è stato reso possibile grazie al contributo di 1070 persone che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi di Un Ponte Per “Emergenza terremoto in Siria” in sostegno ai nostri due partner locali: Action for Humanity/Syria Relief (AFH) e Heyva Sor a Kurdistanê/Mezzaluna Rossa Curda (KRC). La campagna, che si chiude oggi, spiegano dall’ong, ha superato l’obiettivo prefissato: “In un mese Un Ponte Per ha raccolto 109mila euro da destinare alla popolazione siriana colpita dal terremoto. Il lavoro dei nostri partner è stato enorme. In condizioni umane e professionali difficili, non solo per la pioggia, il freddo, il sequestro dei convogli, le attese ma anche per le perdite di familiari, colleghi, amici e per la paura rinnovata ad ogni nuova terribile scossa. Medici, ambulanze, convogli carichi di aiuti hanno raggiunto in poche ore le zone più colpite della Siria, Aleppo e Idlib, dando sollievo e soccorso tempestivo in aree dove gli aiuti umanitari della comunità internazionale hanno tardato ad arrivare, tra valichi di frontiera bloccati dalla dittatura siriana e strumentalizzazioni politiche”. Un Ponte Per continua a lavorare nelle sue 32 strutture sanitarie nel nord est della Siria, dove è presente dal 2015 per ripristinare un sistema sanitario pubblico e gratuito e condizioni di vita dignitose.