“Quando è fatto nello Spirito Santo, il compromesso non è un cedimento, o uno sconto fatto sulla verità, ma è carità e obbedienza alle situazioni”. A precisarlo è stato padre Raniero Cantalamessa, nella prima predica di Quaresima, in Aula Paolo VI. “Quanta pazienza e tolleranza ha avuto Dio, dopo aver dato il Decalogo al suo popolo!”, ha fatto notare il religioso: “Quanto a lungo ha dovuto – e deve ancora – aspettare per la sua recezione! In tutta la vicenda appena ricordata, Pietro appare chiaramente come il mediatore tra Giacomo e Paolo, cioè tra la preoccupazione della continuità e quella della novità”. “I conservatori del tempo rimproveravano a Pietro di essersi spinto troppo oltre, andando dal pagano Cornelio”, ha ricordato Cantalamessa: “Paolo gli rimprovera di non essersi spinto abbastanza oltre”. “Il ruolo di mediatore che Pietro esercitò tra le opposte tendenze di Giacomo e di Paolo continua nei suoi successori”, la tesi del predicatore della Casa pontificia: “Non certo – e questo è un bene per la Chiesa – in modo uniforme in ognuno di essi, ma secondo il carisma proprio di ognuno che lo Spirito Santo, e si presume i cardinali sotto di lui, hanno ritenuto il più necessario in un dato momento della storia della Chiesa”.