Strade e palazzi del governo e della presidenza presidiate questa mattina dalle forze dell’ordine a Chişinău. E’ iniziata così la giornata nella capitale della Moldavia dove ieri migliaia di persone sono scese in piazza chiedendo le dimissioni del governo della presidente Maia Sandu e elezioni anticipate. “E’ visibile questa mattina per le strade della città la presenza della polizia, per un controllo ed una gestione dell’ordine pubblico necessari per evitare che ci siano degenerazioni o possibili situazioni di violenza tali da indure poi a prendere delle decisioni ancora più severe e portare il paese a situazioni ancora più difficile”, racconta da Chisinau, mons. Cesare Lo Deserto, vicario generale della diocesi. Migliaia di persone ieri hanno bloccato non solo il centro di Chişinău, tentando addirittura di prendere d’assalto uffici del governo, ma hanno anche preso di mira gli ingressi e le vie di comunicazioni principali della città, provocando un disagio e soprattutto uno stato di allerta molto elevati. L’organizzazione delle proteste è guidata al partito di Ilan Shor, partito di minoranza all’interno del parlamento, che da mesi porta avanti una politica filorussa e antigovernativa. “Si deve comunque tenere conto – ricorda Lo Deserto – che il leader di questo partito è un personaggio legato al mondo russo ma con un mandato di cattura internazionale per i famosi furti miliardi avvenuti nelle banche moldave”.
I manifestanti ieri hanno chiesto elezioni anticipate e un impegno del governo a pagare le bollette di gas ed elettricità che sono aumentate più volte. “Le manifestazioni – spiega il sacerdote italiano – hanno sempre motivazioni legate alla crisi che sta attraversando il paese: crisi sanitaria, energetica, economica. Sono crisi che hanno creato un malcontento popolare che coinvolge le fasce più povere del paese e la cui gestione è stata però cavalcata dai filorussi”. E’ preoccupante anche il segnale che stanno mandando le compagnie aeree come Air Moldova e WizzAir che hanno annunciato sempre ieri di aver cancellato alcuni “voli a causa di difficoltà operative”. “E’ evidente – commenta Lo Deserto – che c’è un atteggiamento di timore e di distanza. Wizzair rappresenta una rete di collegamento fondamentale per tante parti di Europa. Ma c’è da segnalare anche il timore delle imprese che operano qui e si stanno ponendo dei seri interrogativi sulla stabilità reale del Paese. Insomma, la destabilizzazione non è solo quella della piazza ma è anche quella di tutti colore che si chiedono quanto sia sicuro oggi operare in questo Paese”.
“Cosa accadrà nel futuro è l’interrogativo di ogni giorno”, racconta ancora Lo Deserto, “perché non sappiamo fino a che punto questo popolo in protesta potrà andare oltre e assumere atteggiamenti ancora più aggressivi. Non sappiamo neanche cosa potrebbe avvenire in Transnistria che è l’altro punto interrogativo fondamentale da tenere sotto osservazione costante perché un suo coinvolgimento nella guerra porterebbe a situazioni molto gravi per tutto il resto dell’Europa”. La situazione in quella parte di territorio al confine tra Moldavia e Ucraina è delicatissima. Ieri in Transnistria le radio di lingua russa avevano lanciato un falso allarme aereo. Ma basta davvero un nulla “un incidente o anche solo una provocazione” per far precipitare la situazione. Per questo è intenzione del governo moldavo mantenere una posizione di “pace e neutralità” con un dialogo contante con le autorità della Transnistria.
“L’atteggiamento della chiesa cattolica è sempre quello di totale sintonia con Papa Francesco”, dico ancora il vicario generale di Chisinau, “il quale invita ad essere operatori d pace in un contesto dove solo il desiderio della pace può portare ad una affermazione dell’ordine della legalità. Non dimentichiamo che questo è un paese dalle due anime e lo è da sempre, politicamente, storicamente e culturalmente. E’ quindi un paese che lascia emergere un certo atteggiamento di attenzione filorussa perché questa è la sua storia e con questa storia occorre convivere salvaguardando sempre la pace”.