Si chiama “Araara” – “riconciliazione” in lingua oromo – il nuovo Centro specialistico neuropsichiatrico di Robe, in Etiopia, realizzato con i fondi dell’8xmille che i cittadini italiani destinano alla Chiesa cattolica. La struttura è stata inaugurata da mons. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo e presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, che ha guidato la delegazione della Cei in visita nel Paese dal 31 gennaio all’8 febbraio. Alla cerimonia hanno partecipato mons. Antoine Camilleri, nunzio apostolico in Etiopia e Gibuti, mons. Teshome Fikre Woldetensae, segretario generale della Conferenza episcopale etiope, altre autorità religiose locali e personalità del mondo civile, politico e sanitario. L’ospedale, che dispone di 40 posti letto, ambulatori, reparti e sale per la riabilitazione, accoglierà anche i pazienti più gravi della Missione delle Sorelle di Madre Teresa di Calcutta (avviata dalla stessa Madre Teresa), che a Gobe, a 10 km da Robe, assiste circa 250 malati psichiatrici e neurologici. Il viaggio è stato occasione per visitare alcuni progetti, come lo studio televisivo dell’emittente “Catholic Tv Ethiopia – CTV Ethiopia”, realizzato dall’arcidiocesi di Addis Abeba che ha dato vita ad una tv dove lavorano 24 persone di cui 15 laici e che trasmette h24 nell’intero Paese fino al Sudan e all’Eritrea. Ad Addis Abeba, la delegazione della Cei si è poi recata alla struttura per i ragazzi dai 14 ai 18 anni, voluta dalla Community of Saint John e dotata di dormitorio, mensa, aule e sala polivalente; e alla Casa Ispettoriale dei Salesiani dove è attivo il progetto del Vides “Stop al traffico di esseri umani, un’opportunità per essere liberi di restare” che offre formazione professionale e sostegno nell’inserimento lavorativo ai giovani dai 18 ai 35 anni (attualmente i beneficiari sono circa 1260 ragazzi). Fuori città, la delegazione ha fatto visita alle Suore Benedettine che stanno provvedendo alla costruzione di un sistema idrico per approvvigionare di acqua potabile il Monastero Holeta e i villaggi limitrofi, e alla Comunità volontari per il mondo impegnata nella promozione umana e sociale delle donne vittime di abusi all’estero. A Meki è stato possibile verificare l’avanzamento dei lavori per l’ampliamento del Centro conferenze e formazione “St. John XXIII” del Vicariato, ad Hawassa quelli per la costruzione del Centro culturale “Comboni” per i giovani che, oltre alla biblioteca e alle aule, comprenderà anche un dormitorio. Sempre ad Hawassa, la delegazione è stata accolta presso il Centro sanitario specialistico Mother and Child di Bushulo, una struttura efficiente, dotata di apparecchiature di qualità e con un personale sanitario attento e dinamico. L’ultima tappa, prima di Robe, è stata Adaba dove è attiva la struttura scolastica voluta dal missionario fidei donum don Giuseppe Ghirelli, scomparso nel 2022: grazie ai fondi dell’8xmille, gli ambienti sono stati riorganizzati in maniera funzionale e dispongono di una biblioteca, un laboratorio di informatica e uno di fisica e chimica. È presente anche una “casa famiglia” che accoglie e segue fino all’adolescenza e all’autonomia diversi bambini particolarmente svantaggiati.