“La distribuzione delle risorse e l’accesso alle cure vadano a vantaggio di tutti, perché siano ridotte le disuguaglianze e sia garantito il sostegno necessario specialmente ai soggetti più fragili, come le persone disabili, ammalate e povere”. È l’appello del Papa, durante l’udienza concessa ai membri della Pontificia Accademia per la Vita, in occasione della 28.ma Assemblea Generale, che si svolge in Vaticano, dal 20 al 22 febbraio, sul tema “Converging on the person. Emerging Technologies for the Common Good”. Ricevuti in udienza in occasione della 28ª Assemblea generale, che si svolge in Vaticano, dal 20 al 22 febbraio sul tema “Converging on the person. Emerging Technologies for the Common Good”. in ambito sanitario, ha fatto notare Francesco, “la qualità dell’informazione e dell’assistenza del singolo dipende in gran parte dalla raccolta e dallo studio dei dati disponibili”: di qui la necessità di “affrontare il problema di coniugare la riservatezza dei dati della persona con la condivisione delle informazioni che la riguardano nell’interesse di tutti. Sarebbe egoistico, infatti, chiedere di essere curati con le migliori risorse e competenze di cui la società dispone senza contribuire ad accrescerle”. “È uno sbaglio”, per il Papa, quando “la prospettiva tecnologica s’impone come linguaggio e cultura universale e omogenea: “L’impegno va invece rivolto a fare in modo che ognuno cresca con lo stile che gli è peculiare, sviluppando le proprie capacità di innovare a partire dai valori della propria cultura”.