Terremoto in Turchia: mons. Kmetec (presidente vescovi turchi), “è una catastrofe. Abbiamo bisogno del vostro aiuto”

Mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Smirne e presidente della Conferenza episcopale turca (Foto Sir)

(da Praga) “Abbiamo bisogno della vostra vicinanza e del vostro aiuto. Noi siamo pronti a fare tutto il possibile ma non abbandonateci”. A dare voce al popolo turco in queste ore drammatiche di devastazione, morte e freddo è mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Smirne e presidente della Conferenza episcopale turca. Si trova a Praga dove è in corso la tappa continentale dell’assemblea sinodale europea ma il cellulare suona in continuazione che lo aggiornano sulla situazione. “Le notizie sono drammatiche”, racconta al Sir. “Ogni giorno si trovano morti. Non sappiamo ancora esattamente il numero delle vittime ma sono tantissime. Penso in particolare alle persone che in queste ore si trovano ancora sotto le macerie e aspettano di essere salvati. Penso anche a tutta la povertà della gente che ha perso tutto. E’ una catastrofe”. Anche la comunità cattolica è stata fortemente colpita. “Notizie da Antiochia che è stata completamente distrutta, non mi arrivano”, dice controllando se sul cellulare ci sono ultime chiamate. “Ma a Iskenderum la situazione è molto difficile. La cattedrale è stata rasa al suolo. Anche altre chiese, siriaca, greco-cattolica e ortodossa. E’ un disastro per la nostra comunità cristiana, cattolica e ortodossa, perché siamo deboli, piccoli nei numeri e sempre dipendenti dall’aiuto e dal sostegno della chiesa internazionale”. E aggiunge: “Trovare fondi per la ricostruzione con questa crisi economica è terribile. Ogni anno tutto aumenta del 100 per 100 ma vogliamo rimanere nell’ottica della Provvidenza di Dio e fedeli alla volontà di Dio di rimanere in questi luoghi. Faremmo tutto quello che dobbiamo fare. Lo considero come un grande debito verso tutti coloro, i nostri martiri, che nei secoli hanno dato la vita per la Chiesa in questa terra. La Turchia è il luogo dove si sono svolti i primi concili”. Il pensiero del presidente dei vescovi turchi, si rivolge anche alla vicina Siria: “Quello che ci unisce oggi è lo sguardo alla Croce, a Cristo morto e alla fede che ci dà la certezza che riusciremo a superare, anche se con grande difficoltà, questa situazione. La vita è più forte della morte. Cristo è risorto ed è luce nell’oscurità della notte. Rimaniamo saldi in questa speranza”. Le macerie, la distruzione, il freddo e la neve. Cosa la preoccupa di più? “Mi preoccupano – risponde il vescovo – i bambini, mi preoccupano le donne, mi preoccupa le situazioni senza speranza concreta. Ci sono migliaia di persone che hanno perso tutto, la casa, il luogo dove hanno sempre vissuto. Avere una sicurezza per il futuro è importante ma adesso queste persone non sanno cosa sarà di loro per i prossimi sei mesi o per tutta la vita”.

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