Una messa in suffragio di padre Giovanni Salerno si celebra oggi a Gela, presieduta dal vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana. Il fondatore del “Missionari servi dei poveri del Terzo mondo” si è spento a Lima in Perù, lo scorso sabato, all’età di 85 anni.
Sacerdote agostiniano dal 1961, sette anni dopo l’ordinazione, partito con un gruppo di confratelli per la regione andina di Apurimac, in Perù, ha avvertito con più forza il desiderio di servire i poveri; lì è rimasto per mezzo secolo, muovendo i primi passi ad Antabamba, nella regione di Apurimac, lavorando come sacerdote e medico missionario per più di 15 anni. Ha fondato il dispensario medico “Madre Rosa Gattorno” nei principali villaggi della regione, creando anche un lebbrosario ad Abancay. Nel 1986 ha costituito la congregazione dei Missionari servi dei poveri (Msp) che si dedica all’educazione umana e spirituale di bambini poveri e abbandonati, incoraggiato da Giovanni Paolo II.
Il movimento missionario è oggi una realtà consolidata che conta oggi 15 sacerdoti, 2 diaconi, 11 seminaristi anziani e 17 seminaristi minori. Del movimento fanno parte anche la casa madre dei sacerdoti ad Andahuyalillas; un centinaio di sorelle in diversi gradi di formazione che vivono nella casa madre di Cuzco o nelle fondazioni di Lima, Cusibamba, Punacancha e Urubamba oltre alla comunità contemplativa di Querowasi, con due sacerdoti e due fratelli, la comunità delle coppie missionarie con 12 famiglie che vivono a “Villa Nazaret”, il Centro di accoglienza zingari di Budapest, il Seminario di Ajofrín (Toledo) e il Centro missionario di Sordio, in provincia di Lodi (Italia).
Nel 2011 ha celebrato i 50 anni di sacerdozio, dieci anni dopo il presidente della repubblica Sergio Mattarella lo ha nominato Cavaliere ufficiale. Grande comunicatore, ha diretto riviste e giornali specializzati per la diffusione del bene nel mondo.
Padre Salerno rappresenta “l’esempio vivo del sacerdote che serve in loco le popolazioni svantaggiate con uno spirito umanitario che non ricalca gli esempi di finta accoglienza”, dice padre Michele Mattina, sacerdote di Gela che non l’ha mai abbandonato con il suo sostegno di preghiera ed economico, promuovendo pesche di beneficenza e raccolte per aiutare la comunità peruviana. L’ultima volta che è stato in Italia era il 2021. Oltre un mese nella sua città natia dove ancora vivono i familiari che per lui ha organizzato incontri di gioia, preghiera e testimonianza.