Don Tom Kruczynski, moderatore parrocchiale di Brunn am Berge, nel viennese, in un video di YouTube, si è confrontato con la “competenza nella predicazione” di ChatGpt, un sistema per intelligenza artificiale: ChatGpt ha composto un sermone sul tema “le Beatitudini”, mentre Kruczynski ha letto una propria omelia, lasciando al pubblico il giudizio sulla qualità di entrambi i testi. “Mi chiedevo: chi predica meglio, l’uomo o la macchina?”, ha spiegato oggi il sacerdote in un comunicato dell’arcidiocesi. ChatGpt è un modello linguistico di grandi dimensioni messo a punto con tecniche di apprendimento automatico, definibile come un generatore di programmi di dialogo sulla base di memorie pre-istruite, ed è uno strumento di intelligenza artificiale (Ai) con già più di 100 milioni di utenti. Basato su diversi milioni di testi esistenti, il programma risponde a domande e crea testi su qualsiasi argomento. “Questo significa: chiedi a una macchina un testo o fai una domanda e ti scrive un tema al riguardo”, ha spiegato Kruczynski, che prima di entrare in seminario lavorava come informatico. Negli ultimi sei anni ha pubblicato omelie e spunti di riflessione su YouTube. Il risultato è stato “sorprendente”, ha detto Kruczynski, e il programma ha creato un “testo omiletico pulito”. Ma per lui non si tratta di mostrare che l’Ai può sostituire il predicatore, semmai cosa l’uomo offra in più rispetto alle macchine.
La questione è se sia sufficiente una mera raccolta di testi e di ciò che i teologi hanno detto su un dato argomento: “Perché l’intelligenza artificiale non pensa da sé, ma sa combinare i testi di cui si è nutrita in modo nuovo, originale”. Ma “è così diverso da quello che facciamo? Lascio a voi il giudizio”, ha detto Kruczynski, che non nasconde le grandi questioni etiche, politiche, filosofiche e teologiche: per partecipare all’inevitabile discussione sul “salto di qualità” nella comunicazione digitale e sulle sue conseguenze, servono conoscenza ed esperienza.