“Quando la pandemia di Coronavirus ha svuotato e chiuso le chiese, mi sono chiesto se questo ‘lockdown’ non fosse un avvertimento profetico. Questo è come potrebbe apparire tra poco l’Europa se il nostro Cristianesimo non viene rivitalizzato, se non comprendiamo ciò che ‘lo Spirito sta dicendo alle chiese’ oggi”. Con queste parole, mons. Tomáš Halík, professore dell’Università Carolina di Praga, ha aperto questa mattina i lavori dell’Assemblea sinodale europea con una “Introduzione spirituale”. “Oggi molti ‘pescatori di uomini’ – ha osservato il professore – provano sentimenti simili a quelli dei pescatori galilei sulle rive del lago di Gennèsaret quando incontrarono per la prima volta Gesù: ‘Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla’. In molti Paesi d’Europa, chiese, monasteri e seminari sono vuoti o semivuoti. Gesù ci dice la stessa cosa che disse ai pescatori esausti: ‘Provate di nuovo, andate al largo, nelle acque profonde’. Riprovare non significa ripetere i vecchi errori. Ci vuole perseveranza e coraggio per abbandonare i fondali bassi ed andare in acque profonde”. “La fede è un viaggio coraggioso verso il profondo, un viaggio di trasformazione (metanoia) della Chiesa e del mondo, un viaggio comune (syn-hodos) di sinodalità”, ha osservato il professore. “È un viaggio dalla paura paralizzante” fino “alla lungimiranza, alla prudenza, al discernimento, all’apertura al futuro e alla ricettività alle sfide di Dio nei segni dei tempi. Che il nostro incontro a Praga sia un passo coraggioso e benedetto in questo lungo e impegnativo cammino”.