“La flessibilità tra lavoro in presenza e lavoro da remoto è un aspetto positivo e di dignità acquisito durante la pandemia, ora è importante non tornare indietro”. A sostenerlo è Elena Pampana, vicepresidente Acli Toscana con delega al lavoro.
“Se utilizzato in modo corretto il lavoro agile – dice Pampana – può essere un’opportunità di conciliazione tra vita privata e professione. Tanto per le donne quanto per gli uomini, che possono e devono diventare più presenti nel contesto domestico e nei relativi impegni. Superando finalmente certi stereotipi culturali e sociali che oggi frenano l’uguaglianza. Molte aziende e parte della politica stanno ragionando ora se ritornare all’impostazione del passato, con una presenza obbligatoria in azienda. Il lavoro ha bisogno però di un’evoluzione, affinché non diventi una costrizione”. “È certamente importante che lo smart working non si trasformi in una trappola – continua la vicepresidente di Acli Toscana – in cui si perde di vista la separazione tra vita e lavoro. L’equilibrio è necessario. Tuttavia, se promosso correttamente, a fianco di altri interventi, il lavoro agile è una strada che può spingere l’occupazione, anche grazie ai mezzi digitali di cui oggi disponiamo”. “Occorre una riflessione di ampio respiro sul divario persistente tra uomini e donne. Dobbiamo riuscire – evidenzia Elena Lo Giacco, responsabile pari opportunità Acli Toscana – a migliorare le condizioni salariali femminili, ancora troppo indietro, dare incentivi permanenti e di facile accesso per l’imprenditoria femminile, premiare quelle aziende che si rivelano virtuose perché offrono contratti solidi e modalità di impiego che tengono conto anche delle esigenze dei dipendenti. In più degli investimenti sulle infrastrutture, come gli asili nido, e maggiore assistenza socio-sanitaria per i più anziani”.