Il “Non abbiate paura” è detto da Gesù “anche per i timori di questo nostro tempo. Anche noi catanesi oggi abbiamo tante paure con cui fare i conti. Di una Chiesa che non abbia il coraggio di camminare con il Risorto e di rinnovarsi nella comunione e nella missione. Di laici che non si sentano corresponsabili nella vita pubblica ed esauriscano il loro impegno di santificare le realtà di questo mondo, nel perimetro delle associazioni o delle parrocchie, o deleghino questo impegno ai ministri ordinati”. Lo ha detto, ieri, l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, nel pontificale per la festa di Sant’Agata.
“A Catania abbiamo paura di un futuro che impoverisca la nostra città. Abbiamo paura di una politica del ‘si è fatto sempre così’; che non sia frutto di scelte condivise e rinnovate. Abbiamo paura di una politica che non risolva i problemi della città, ma li complichi con amministratori poco competenti, eterodiretti, con problemi in sospeso con la giustizia, che non danno esemplarità in una città che ha al suo interno una parte della sua popolazione agli arresti domiciliari”, ha aggiunto il presule, precisando che “‘non abbiate paura’ non è una frase che lascia tranquilli, come il famoso oppio dei popoli, che addormenta la coscienza e muove al disimpegno e alla delega in bianco, che non si può più rinnovare. Quello che purtroppo è divenuto un costume, che elezione dopo elezione ci fa perdere pezzi di cittadinanza e di vita democratica, ha le sue cause che le persone intelligenti conoscono, e richiede che la speranza si organizzi e ci veda corresponsabili. Non abbiate paura, come sant’Agata. Cioè abbiate speranza”.
L’arcivescovo ha espresso un auspicio: “Che la speranza prenda per mano la fede dei devoti di sant’Agata, le istituzioni; prenda per mano la carità politica e la carità per i poveri; e le porti nella terra del futuro”. E dando “voce” a Sant’Agata, mons. Renna ha concluso: “Abbiate speranza! Rialzatevi. Costruite la Chiesa e la vostra città, portando nel futuro una fede sincera ed una carità operosa. Soprattutto una operosa carità politica, che sappia fare alleanze tra le generazioni, coinvolgendo i giovani, e con tutti i quartieri, anche i più periferici, perché Santa Aiutuzza non fa differenza fra le vie eleganti del centro e le strade dissestate di periferie. Io ho creduto nel Dio che conta i capelli del nostro capo”.
Al pontificale hanno partecipato 12 vescovi, tra i quali mons. Giuseppe Baturi, mons. Antonino Raspanti, mons. Salvatore Gristina e mons. Aurelio García Macías.