Terra Santa: Pizzaballa (Custode), “quando i discepoli pretendono di vivere per se stessi non rendono più alcun servizio”

“Il senso della presenza dei discepoli, della Chiesa è quello di essere in legame con il mondo, di essere per tutti, per il mondo. Se viene meno questo legame, il discepolo perde il senso della sua missione”. A ricordarlo è il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, nella sua meditazione al Vangelo della Domenica (questa settimana 5 febbraio), diffusa dal Patriarcato. Commentando il brano del Vangelo di Matteo, “Voi siete sale della terra e luce del mondo”, Pizzaballa avverte del rischio del discepolo di ‘perdere sapore’, di diventare insignificante: questo “quando i discepoli smettono di essere dono per gli altri e pretendono di vivere per se stessi, non solo non rendono più alcun servizio, ma muoiono essi stessi”. Si diventa insignificanti “quando si ha paura di contaminarsi, di perdersi, di uscire da sé incontro all’altro, quando si rimane chiusi nel piccolo recinto delle proprie idee e della propria vita”. “Il sale per salare deve mescolarsi con i cibi” ricorda il patriarca, diversamente “non serve più a niente”. Lo stesso accade con la luce: “Si smette di essere luce quando non si offre più alla gente una luce nuova sulle cose, sulla vita, sulla storia. Quando il proprio modo di vedere non ha nulla di diverso da quello del mondo, la luce vera rimane nascosta, e noi cessiamo di essere testimoni della salvezza che ci ha raggiunti. I cristiani sono luce fintantoché rimangono uniti alla Fonte della luce, che è il Signore. È questo – conclude la meditazione – il sapore buono e la luce bella della vita del discepolo”.

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