Papa Francesco: sull’aereo per Kinshasa, “grazie” ai giornalisti. Chiede di pregare “per tanti sofferenti che arrivano al Mediterraneo e dopo aver attraversato il deserto sono presi nei lager”

“Buongiorno e benvenuti tutti, e grazie per accompagnarmi in questo viaggio”. È il saluto del Papa ai circa 75 giornalisti provenienti da 12 Paesi, di cui due africani, che lo accompagnano sul volo verso Kinshasa. “Sappiamo che questo era un viaggio che aspettava da tempo e siamo contenti di ascoltare e di vedere i gesti di questi giorni per poterli raccontare”, ha detto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nel suo saluto al Santo Padre. “Aspetta da un anno… È un viaggio bello”, ha proseguito il Papa: “Avrei voluto andare anche a Goma, ma con la guerra non si può andare là. Soltanto sarà Kinshasa e Juba. Da lì faremo tutto. Grazie di stare qui con me, tutti insieme. Grazie per il vostro lavoro che è tanto buono, aiuta tanto, perché fa arrivare alla gente, che si interessa del viaggio, le immagini e anche i pensieri, le riflessioni vostre sul viaggio. Grazie tante”. “A me piacerebbe fare il giro ma oggi non posso”, ha rivelato Francesco ai giornalisti:  “Non so, posso rimanere qui, ma mi dà un po’ di vergogna far venire tutti voi qui… Possiamo salutarci da lontano, non so… Grazie”. “In questo momento stiamo attraversando il Sahara”, ha concluso il Papa: “Facciamo un pensierino, in silenzio, una preghiera per tutte le persone che cercando un po’ di benessere, un po’ di libertà l’hanno attraversato e non ce l’hanno fatta. Tanti sofferenti che arrivano al Mediterraneo e dopo aver attraversato il deserto sono presi nei lager e soffrono lì. Preghiamo per tutta quella gente”. Poi la preghiera silenziosa.

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