“‘Angeli delle corsie’, supereroi, osannati e celebrati con murales, ma troppo spesso costretti a turni di lavoro gravosi e non sufficientemente pagati. È questa la tragica e surreale situazione dei medici ospedalieri italiani. Da anni, infatti, i continui tagli alla sanità operati indistintamente dai governi di ogni colore li hanno esposti a rischi e problematiche sempre più pressanti”. A denunciarlo è Alessandra Moraca, responsabile nazionale dello Smi (Sindacato medici italiani) in un’intervista rilasciata a Interris.it in cui affronta i diversi problemi della professione, tra cui la “fuga” dei medici dalla sanità pubblica. I medici ospedalieri hanno dovuto affrontare anche un peggioramento delle loro condizioni di lavoro che non sono state minimamente compensate. “Si chiede sempre di più ai medici ospedalieri, che ancora operano in condizioni lavorative e retributive non adeguate e vengono esposti ad elevati rischi determinati da più fattori”, spiega Moraca richiamando la necessità di “ridare dignità a questo lavoro, pensando alla standardizzazione di un sistema che valorizzi le competenze professionali e l’aumento del benessere organizzativo, che permetta la progressione di carriere, con riduzione della burocratizzazione e possibilità di dedicare più tempo al paziente”. Tutto ciò, ha concluso, “al fine di non andare incontro all’ingovernabilità e all’insostenibilità del Sistema sanitario nazionale che nato con la legge 833 del 23/12/1978 ha garantito fino ad oggi universalità nelle cure, uguaglianza, ed equità senza nessuna distinzione di condizioni sociali ed economiche. Sarà proprio il rinnovo di questo Ccnl a dimostrare se ci sarà la volontà politica di proseguire in questa direzione a tutela degli operatori del sistema sanitario e dei cittadini italiani”.