“Questo grave fatto è ancora una volta espressione di quel dramma estremo che perdura da anni nelle campagne del nostro Tavoliere e in particolare nel cosiddetto ‘ghetto’ di Borgo Mezzanone, frazione del Comune di Manfredonia, ove in condizioni insopportabili vivono circa 1500 migranti, occupati nell’agricoltura e in piccoli altri lavori”. Così padre Franco Moscone, vescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, commenta il dramma accaduto a Borgo Mezzanone, nel territorio della diocesi, dove due giovani immigrati, Ibrahim e Queen, provenienti rispettivamente dal Gambia e dal Ghana, sono morti nel sonno per le esalazioni di monossido di carbonio provenienti da un braciere di fuoco, acceso per combattere il freddo della notte nella baracca ove vivevano. Anche altre due persone migranti che dormivano nella stessa baracca sono rimaste intossicate. “Le loro condizioni di vita, al limite dell’umano, sono una autentica vergogna che deve riguardare tutti – denuncia il vescovo – non solo la parrocchia locale e le Caritas, che offrono un soccorso nell’immediato cercando di offrire migliorie e un po’ di dignità a quanti hanno trovato ‘casa’ sulla pista”. “Diventa sempre più necessaria la presa di coscienza responsabile dell’opinione pubblica e l’impegno concreto delle Istituzioni civili per trovare via di soluzione agli enormi problemi di quell’ambiente – l’appello di padre Moscone – ove
ormai con scadenze ravvicinante vediamo morire di stenti, miseria e mancanza di sicurezza troppe persone. Serve per i fratelli e sorelle migranti un piano serio di accoglienza, che permetta loro di usufruire di case
sicure, servizi sociali appropriati ed ambienti comuni per rendere la loro vita dignitosa e degna: sono lavoratori delle nostre terre ed imprese, meritano tutte le garanzie, come qualsiasi cittadino. Non possiamo ricordarci di loro solo quando succedono disgrazie come la morte di Ibrahim e Queen”.