“Quella consumata stanotte nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, è l’ennesima tragedia dell’emarginazione: Governo e Regioni si attivino immediatamente per utilizzare in maniera concertata i 200 milioni stanziati tramite Pnrr, finalizzati ad alloggi dignitosi per i lavoratori agricoli, per superare definitivamente la politica delle baraccopoli, dove vivono almeno 10mila braccianti”. Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai-Cisl nazionale il segretario generale, Onofrio Rota, commentando la morte di un uomo e una donna, per esalazioni di monossido di carbonio, nel ghetto di Borgo Mezzanone, soprannominato “la pista”.
Il sindacalista evidenzia che “non è degno di un Paese civile ghettizzare i lavoratori immigrati e giustificare l’esistenza delle baraccopoli, che tra l’altro dai nostri sopralluoghi riscontriamo essere in costante crescita, lasciando che diventino centri informali di intermediazione per reclutare braccianti, il tutto paradossalmente proprio mentre tante aziende agricole e anche di altri settori lamentano la mancanza di manodopera”: “Possiamo e dobbiamo risolvere queste criticità, a cominciare dalla valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali e agevolando l’emersione del lavoro sommerso e delle presenze irregolari sul territorio, ma per farlo serve un concreto dialogo tra parti sociali, governo e regioni, con interventi mirati che rendano operativi tutti gli aspetti preventivi della Legge 199 del 2016 contro il caporalato”. “Esprimiamo profondo cordoglio per queste due ennesime giovani vite spezzate – conclude Rota – e chiediamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro Lollobrigida di condividere gli impegni e gli obiettivi della nostra petizione on line ‘Mai più ghetti’ e della relativa mozione parlamentare, per concertare azioni concrete a favore dell’inclusione, dell’integrazione e del lavoro regolare”.