“I luoghi in cui Gesù è nato, è cresciuto e si è formato ci manifestano che lui ha fatto propria la scelta degli ultimi. Lo stesso vale per l’inizio della sua predicazione: nessun Israelita si sarebbe aspettato un Messia nazareno che comincia a predicare dalla ‘Galilea delle Genti’ anziché da Gerusalemme. Fin dall’inizio scopriamo che la missione di Gesù andrà ben oltre i confini etnici del popolo d’Israele per poter raggiungere non solo i suoi connazionali ma tutte le genti. Il suo appello alla conversione sarà quindi rivolto ad ogni uomo e sarà per la salvezza di ogni uomo”. È quanto afferma il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, nella sua meditazione al Vangelo della settimana (22 gennaio), proposta nell’ambito di una collaborazione con il settimanale della diocesi di Trento, Vita Trentina. “La scelta degli ultimi – spiega il Custode – non si limita alla simbologia geografica. Gesù parte dagli ultimi anche nel momento in cui chiama i suoi collaboratori per condividere la propria missione: Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, due coppie di fratelli, due coppie di pescatori. Sarà poi la volta di un pubblicano (Matteo) e di una variegata schiera nella quale trovano posto anche un “collaborazionista” dei Romani come Matteo Levi e un terrorista religioso come Simone lo zelota. Nemmeno questa scelta è casuale. E perfino le donne potranno seguirlo e collaborare con lui”. Così, aggiunge Patton, “se per rendersi credibile agli uomini Dio ha scelto di farsi uomo; per rendersi credibile ai poveri, ai peccatori, alla gente del popolo, Gesù ha scelto i suoi collaboratori tra i poveri, tra i peccatori, tra la gente del popolo”. Gesù, conclude la meditazione, “non è venuto per offrire speranza a coloro che si credono ‘sani’ ma a coloro che si riconoscono ‘ammalati’. Da qui le domande: “Perché qualcuno ancora si ritiene fuori portata rispetto alla salvezza che Gesù offre? Perché qualcuno ancora si ritiene non all’altezza di collaborare con Lui, di condividere la sua missione? Perché qualcuno ancora non capisce che la forza di una chiamata non sta nelle nostre qualità ma nell’essere scelti da Gesù?”.