“Non vogliamo una Regione costretta a scegliere le priorità togliendo a uno per dare a un altro, in un’eterna lotta al ribasso. Perché scegliere tra sostegno alle imprese e rilancio del lavoro e gestione dei rifiuti? O tra incentivi alla natalità e politiche attive per gli anziani? O ancora, tra potenziamento della sanità pubblica e iniziative per i giovani?”. Così il Forum delle Associazioni Familiari del Lazio che rappresenta 34 associazioni che, sul territorio di Roma e Lazio, a vario titolo, si occupano delle famiglie. “Abbiamo ascoltato le famiglie attraverso i responsabili associativi e on line per portare concretamente la loro voce all’attenzione de candidati alle imminenti elezioni regionali – dichiara Alessandra Balsamo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio -, ed emerge una grande voglia di partecipazione soffocata però sempre dalle emergenze. La nostra realtà, per sua natura, rappresenta tutte le facce delle famiglie: quelle attive, disposte a spendersi per gli altri, che si ritrovano nelle associazioni, che ancora rappresentano un grande sostegno per il welfare e per la comunità e quelle in difficoltà destinatarie delle varie iniziative delle associazioni stesse. Pertanto, quando si parla di famiglia, bisogna pensare in maniera inclusiva e soprattutto partecipativa”.
Dalle famiglie anche cinque priorità per la Regione Lazio: fiscalità regionale equa che tenga conto dei carichi familiari; lavoro, reinserimento lavorativo e politiche di conciliazione famiglia lavoro; contrasto alla violenza di genere; supporto e partecipazione delle famiglie con fragilità (anziani non autosufficienti e disabili); sostegno all’educazione e all’affettività dei ragazzi. “Chiediamo al prossimo Governo regionale di cambiare metodo e lavorare per promozione e non per sottrazione. Si dia priorità alle categorie più fragili e vulnerabili come le famiglie sotto la soglia della povertà, il più delle volte con membri in condizione di disoccupazione o con la presenza di un disabile a carico, ma non possiamo poi non supportare tutte le famiglie, in particolare quelle con figli minori o con maggiorenni non economicamente autosufficienti”, conclude Balsamo.