Don Zeno Saltini: card. Zuppi, “Nomadelfia è una luce non soltanto per i Nomadelfi”

“Sono venuto per chiedere alcune cose a don Zeno, per me e per la Chiesa che è in Italia”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, incontrando ieri il popolo di Nomadelfia e accogliendo l’invito a presiedere la concelebrazione eucaristica nel 42° anniversario della nascita al cielo del fondatore, don Zeno Saltini. “Siamo qui per ringraziare del dono che è stato don Zeno – ha esordito il cardinale -; in questo legame tra terra e cielo ricordiamo il transito di don Zeno al cielo, ma c’è anche il transito al contrario cioè che Egli continua ad aiutarci, ad illuminarci. Poi siamo tutti piccoli, nella tempesta, nel buio la luce si vede ancora di più. Una luce piccola ma quando c’è tanto buio quella luce consola, orienta e credo che Nomadelfia sia questa luce non soltanto per i Nomadelfi: per tanti continuate ad essere un esempio importante nel tanto buio, nel contrario della fraternità, nella divisione che produce l’odio e quindi una città della fraternità risplende ancora di più”. Don Zeno, come Giovanni Battista – ha proseguito il cardinale – “in tanti modi nel deserto della mediocrità e di tanti formalismi vuoti, ha indicato presente Gesù, mostrando l’agnello di Dio nell’eucaristia e nella vita ordinaria e continua anche il suo ricordo a farci vedere la presenza di Gesù nella nostra vita di tutti i giorni” dove sembra che “non ci sia niente e ci fa vedere la presenza dell’agnello di Dio, da riconoscere nei suoi e nei nostri fratelli più piccoli, di tanti segni del suo amore nascosti nella vita ordinaria” che “se sappiamo riconoscere non è mai insulsa ma è sempre piena della presenza di Gesù”. Poi “una raccomandazione” ai Nomadelfi: “Qualche volta, come succede quando uno ha delle persone care, uno pensa: che ‘cosa ha fatto don Zeno?’. Io credo che più che pensare che cosa ha fatto don Zeno dobbiamo dire ‘cosa farebbe don Zeno’ e quindi con la nostra responsabilità, oggi, scegliere nel carisma, nel dono, nello spirito di don Zeno quello che ci fa continuare ad andare avanti, a camminare, don Zeno sicuramente avrebbe inventato qualche cosa, sicuro! Spetta a voi farlo nel suo spirito”. “ Ho letto con tanta commozione le ultime parole di don Zeno, le porto nel cuore”, ha rivelato il presidente della Cei: “Finisco con la sua preghiera per voi e anche per tutte quante le Chiese in Italia e la Chiesa che in fondo deve essere sempre la grande Nomadelfia e perché la regola della Chiesa è quella di volerci bene e quella di essere fratelli. Pregava così: ‘O Gesù Salvatore del mondo proteggi Nomadelfia, affinché anch’essa nella tua Chiesa Cattolica ti sappia seguire eroicamente santificando tutte le forme della vita umana e conservando in esse la tua presenza’”. Al termine della messa il cardinale si è recato nel piccolo cimitero della comunità per sostare in preghiera sulla tomba di don Zeno.

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