“Il Signore vi ricompensi per quello che fate in Libano e che vi aiuti affinché il tempo passato qui porti frutti buoni, lavorando per la pace nel mondo di oggi. Tutti siamo chiamati a servire ed io vi auguro un servizio nei confronti degli altri che possa portare veramente la pace in questa terra”. Lo ha detto mons. Paolo Borgia, Nunzio Apostolico in Libano, che nei giorni scorsi si è recato a Shama per una visita al Comando della Joint Task Force Lebanon Sector West, che opera nell’ambito della missione Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) nella Terra dei Cedri. Al suo arrivo è stato accolto dal Comandante del Settore Ovest di Unifil, Generale di Divisione Giuseppe Bertoncello, e dal cappellano militare don Marco Minin, con i quali si è intrattenuto in colloquio privato prima di proseguire la visita al Contingente italiano e celebrare la Messa. Per mons. Borgia è stata la prima visita a un Contingente italiano in Libano da quando è stato nominato Nunzio Apostolico lo scorso 24 settembre da Papa Francesco. La missione italiana in Libano a guida Brigata “Aosta”, al suo terzo mandato nella Terra dei Cedri con i colori delle Nazioni Unite, ha la responsabilità del Settore Ovest di Unifil, in cui operano 3.800 Caschi Blu di 16 dei 48 paesi contributori alla missione Onu e di cui fanno parte oltre 1.000 Caschi Blu italiani. Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi), guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo. Il Covi è l’organo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa, deputato alla pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni militari, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività a loro connesse.