“Una celebrazione che è il segno e l’espressione della gratitudine al Signore per il dono che ha fatto alla Chiesa universale di questo suo servitore, di questo uomo di Dio, pensatore e teologo ‘in ginocchio’ davanti al Signore – così ce lo ha mirabilmente descritto Papa Francesco – e pastore della Chiesa universale in quanto successore di Pietro, in tempi difficili della storia dell’umanità”. Con queste parole il vescovo di Treviso Michele Tomasi ha iniziato l’omelia durante la messa presieduta questa mattina in cattedrale, in suffragio del Papa emerito Benedetto XVI. Oltre a numerosi sacerdoti, ha concelebrato anche il vescovo emerito Paolo Magnani. “Ecco cosa ci sta dicendo in questo momento il Papa emerito Benedetto XVI, ecco cosa ci consegna come sintesi di tutta la sua ricerca, della sua proclamazione, della sua vita; lo consegna a noi”, ha proseguito Tomasi. Si tratta, secondo il presule, della “esortazione accorata” a “non lasciarci confondere da tante posizioni che ci vogliono convincere che la fede sia una rinuncia alla scienza, alla ragione, all’intelligenza umana. L’incontro tra ragione e fede e la fiducia in una ragione che non voglia porre limiti alla propria capacità di domandare e trovare risposte sono stati il faro della riflessione e dell’insegnamento di Papa Benedetto”.
“Rimaniamo, allora, secondo l’invito del testamento di Benedetto XVI, saldi nella fede – l’appello conclusivo del vescovo -. Crediamo davvero che la Chiesa è il Corpo di Cristo nella storia di oggi, anche qui, anche ora. Cerchiamo il volto del Signore per amarlo e per farci trasformare da Lui, per essere anche noi ‘contagiosi’ nell’amore, nell’amicizia sociale, nella testimonianza di amore vissuto, concreto, partendo dalla contemplazione della Sua presenza viva tra noi”.