Benedetto XVI: mons. Morandi (Reggio Emilia), “umile e capace di porsi in ascolto ed entrare in dialogo”

Con una citazione dell’introduzione dell’enciclica “Deus caritas est” l’arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Giacomo Morandi, ha ricordato la figura e l’opera del Papa emerito Benedetto XVI nell’omelia della solenne concelebrazione eucaristica vespertina di suffragio presieduta, ieri, nella cattedrale di Reggio Emilia. Papa Ratzinger ha scritto, richiamando la prima lettera di San Giovanni, che “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”.
L’arcivescovo ha sottolineato che “la fede non può essere ridotta a un comportamento; è una relazione”. “La catechesi, che rigenera la storia della Chiesa, avviene attraverso la testimonianza dei santi, sottraendo il cammino della fede all’astrazione. La dimostrazione della verità cristiana sono i santi e la bellezza che la fede ha generato. La testimonianza dei santi diventa il miglior commento al Vangelo”. Mons. Morandi ha sottolineato che il cardinale Ratzinger, per 23 anni a capo della sacra Congregazione per la dottrina della fede – dicastero di cui lo stesso arcivescovo Morandi è stato segretario dal 2017 al 2022 – “è stato contraddistinto da umiltà e capacità di porsi in ascolto e di entrare in dialogo”. “Intelligenza e dedizione alla riflessione teologica lo hanno sempre caratterizzato, preoccupato come era di salvaguardare la fede dei piccoli e dimostrando che non c’è contrapposizione tra fede e ragione”.
Il presule ha inoltre ricordato l’incontro avuto con Benedetto XVI il 24 gennaio dello scorso anno, quando lasciò l’incarico romano perché destinato alla diocesi emiliana: “Il Signore non abbandona mai la sua Chiesa”, gli disse con tono e sguardo rassicurante, ringraziandolo per il suo lavoro e invitandolo ad andare avanti con coraggio nel suo nuovo ministero. “Erano le parole di un padre buono e premuroso, mite e benevolo, capace di incoraggiare e consolare e di vivere l’esperienza affascinante dell’incontro con Gesù. La verità rende liberi e la bellezza della vita cristiana rende affascinanti”.

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