(da New York) Una foto di Benedetto XVI, circondata da fiori e candele, con un inginocchiatoio di fronte per invitare alla preghiera attira i fedeli della parrocchia di Santa Francesca di Chantal nel Bronx. Non pochi si fermano per recitare l’Eterno riposo o sussurrare un semplice “Grazie. Riposa in pace”. Lo stesso nella cattedrale di San Patrizio, dove un ritratto del papa emerito è stato collocato alla sinistra dell’altare.
Le campane della cattedrale hanno suonato 95 rintocchi, uno per ogni anno di vita di Benedetto, prima della preghiera funebre, guidata dal cardinale di New York Timothy Dolan. Il cardinale, che ha chiesto a tutte le parrocchie di officiare una messa per il papa emerito, ha annunciato che parteciperà ai funerali, come un pellegrinaggio personale e non tanto come un dovere, ricordando il suo testamento: fede e ragione. “Non posso dire di far parte della sua cerchia ristretta, ma è lui che mi ha nominato arcivescovo di New York”, ha spiegato. Benedetto ha nominato Dolan arcivescovo nel 2009. Tre anni dopo lo ha nominato cardinale. Nello stesso anno nominò vescovo ausiliare della diocesi di New York, l’attuale vescovo di Brooklyn, Robert Brennan. “Papa Benedetto XVI aveva una grande mente e i suoi libri mi hanno ispirato. È stato un grande maestro che ci ha aiutato a capire e vivere più profondamente la nostra fede”, ha dichiarato Brennan, ricordando non solo la nomina, ma “la gentilezza e l’attenzione”, con cui Ratzinger accolse lui e i nuovi vescovi nel 2012 in Vaticano.
Il legame di molti newyorkesi con Benedetto è speciale. Tanti ricordano la sua visita nel 2008, quando si recò a Ground Zero, il luogo dell’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle. Ratzinger in quell’occasione benedisse i membri delle famiglie delle vittime, i sopravvissuti e i soccorritori. In quell’occasione si recò all’Onu e riempi all’inverosimile gli spalti dello Yankee stadium.
Anna, originaria di di Phoenix, in Arizona e in visita a New York, ha acceso delle candele di fronte al quadro del papa emerito, spiegando che la presenza di Ratzinger e la scelta di dimettersi “resteranno un ricordo fondamentale, anche per capire il cambiamento del papato e della Chiesa”. Douglas gli fa eco dicendo: “Il papa è stato un grande uomo ed è stato fantastico per i cattolici di tutto il mondo, qualcuno che tutti, nella comunità cattolica, ammiravano”. L’arcivescovo Timothy Broglio, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, in un comunicato ufficiale ha dichiarato: “Come sacerdote, professore universitario e teologo, arcivescovo e cardinale, la sua voce nell’approfondire una comprensione autentica (della fede) ha portato tutti noi a un amore più profondo per la verità e il mistero di Dio”.
Il presidente americano Joe Biden in una dichiarazione ufficiale pubblicata sul sito della Casa Bianca ha ricordato “il privilegio” della visita in Vaticano nel 2011 a papa Benedetto e ha sottolineato “la sua generosità e accoglienza, nonché la nostra significativa conversazione”. Biden ha aggiunto che il papa emerito “sarà ricordato come un rinomato teologo, con una vita di devozione alla Chiesa, guidato dai suoi principi e dalla sua fede”, e ha auspicato che “ la sua attenzione al ministero della carità continuare ad essere fonte di ispirazione per tutti noi”.
Kathleen Sprows Cummings, direttrice del Cushwa Center for the Study of American Catholicism considera quella di Benedetto “un’eredità complicata”, soprattutto sul tema degli abusi. “Benedetto ha riconosciuto la sua incapacità di agire con decisione a volte di fronte agli abusatori sessuali”, ha detto la Cummings che affida “al giudizio imparziale della storia”, l’agire di Benedetto. Di diverso parere è il cardinale di Boston Sean O’Malley, che Benedetto nominò cardinale nel 2006. Il cardinale, ha ricordato di aver accompagnato il papa emerito a un incontro con le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, durante la visita a Washington nel 2008. “Lo era già allora e ed è sempre rimasto impegnato nel sostenere il loro cammino di guarigione, facendo tutto il possibile per garantire la protezione di bambini, giovani e adulti vulnerabili”, ha ribadito O’Malley, aggiungendo: ” Papa Benedetto, mi mancherà”. John Allen di Crux ha ribadito che è stato proprio Benedetto, ancora cardinal Ratzinger, “a difendere la politica americana di ‘tolleranza zero’ verso gli abusatori nel 2002, quando incontrò una dura opposizione da parte di altri ambienti in Vaticano”. E ricorda che da papa, scrisse “procedure accelerate per laicizzare i sacerdoti abusatori, autorizzando a un certo punto l’espulsione dal sacerdozio di oltre 400 autori di abusi accusati in un solo anno”.
John Gehring, direttore di Faith in Public Life, ha affidato a Twitter i suoi commenti insistendo che l’eredità di Benedetto è “complicata come la chiesa che ha guidato”. “Un brillante teologo che a volte ha messo a tacere i teologi. Un custode dottrinale che ha scritto un’enciclica sull’amore. Un tradizionalista che ha rotto con secoli di tradizione dimettendosi”, ha twittato Gehring, aggiungendo che “gli storici dovranno cominciare da lì”.