“Negli ultimi 30 giorni, con riferimento ai dati Gisaid, in Italia è stato sequenziato lo 0,241% dei casi (cioè 1.676 su 695.921); in media 56 sequenziamenti al giorno! In Europa siamo ventiduesimi. Meglio di noi anche Romania, Slovenia, Moldavia, Polonia. Tra i principali Paesi europei, solo Francia (0,134% sequenziato) e Grecia (0,009% sequenziato, in pratica non si fa) hanno sequenziato meno”. Lo dichiara Antonello Maruotti, ordinario di statistica all’Università Lumsa e cofondatore dello StatGroup19, gruppo inter accademico di studi statistici sulla pandemia da Covid-19, facendo il punto della situazione in merito al sequenziamento dei contagi. “Ad oggi – aggiunge – la variante Omicron, con le sue sotto-varianti e ricombinazioni, viene osservata in oltre il 99% dei casi sequenziati. In questa ottica, l’iniziativa del Governo di sequenziare i casi positivi in arrivo dalla Cina è la giusta via per anticipare l’arrivo di nuove varianti, non ancora presenti sul territorio nazionale, e per rilanciare il sequenziamento, che non è mai stato ai livelli degli altri Paesi europei”.