“I pastori nella notte furono ‘avvolti di luce’. Poi certamente nelle notti seguenti tutto è rimasto come prima. O meglio, quella luce era entrata nel loro cuore e lì è rimasta per tutto il resto della loro esistenza. Dunque niente era più come prima”. Lo sottolinea mons. Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, nel suo messaggio natalizio.
L’augurio del presule è che “il Natale ci avvolga di luce e che quella luce entri in noi. Riprenderanno i giorni normali, inizierà il 202, e sarà tutto nuovo se noi saremo abitati da quella luce”.
L’arcivescovo ricorda che “non mancano le ‘notti’ nella nostra vita personale e sociale; non mancano le notti nel mondo e nella chiesa. Sono le sofferenze di ogni genere che conosciamo. Le più atroci sono le sofferenze causate dagli uomini che sono, come dice San Paolo nella lettera ai Romani (1,30), ‘ingegnosi nel male'”. Per questo, rivolge un invito: “A Natale apriamo bene gli occhi, non teniamoli chiusi nel sonno delle nostre abitudini stanche: la luce che ci avvolge è infinitamente più forte di ogni ‘notte’; non rimaniamo chiusi in noi stessi, andiamo invece verso gli altri, accendiamo l’amore, perché ‘in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta’ (Gv 1,4-5); e ‘chi ama suo fratello, rimane nella luce’ (1Gv 2,10)”. Mons. Tani, infine, rivolge gli “auguri per un Natale pieno di luce dentro, nei cuori”.