Migliaia di permessi per le feste di Natale sono stati concessi da Israele ai palestinesi cristiani della Cisgiordania e della Striscia di Gaza: a dichiararlo al Sir è padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. I permessi vanno dal 29 di novembre 2022 al 20 gennaio 2023, e permetteranno ai cristiani locali di recarsi, per le feste di Natale, a Betlemme e negli altri luoghi santi per pregare e trovare i loro parenti. “Nella sola zona di Betlemme – dichiara al Sir padre Faltas – i permessi concessi ai cristiani sarebbero oltre 5 mila. Un numero che sale a oltre 10mila per tutta la Cisgiordania, dove i cristiani sarebbero circa 50mila”. “Ci sono stati incontri nelle settimane scorse – spiega padre Faltas – tra le autorità israeliane e il nunzio apostolico in Israele e in Cipro e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina, l’arcivescovo Adolfo Tito Yllana, il Custode di Terra Santa, Francesco Patton, il Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa e gli altri patriarchi delle chiese cristiane. Speriamo che il prossimo sia un Natale di pace e di speranza”, conclude padre Faltas.
A commentare al Sir il rilascio dei visti è anche il parroco della piccola comunità latina della parrocchia della Sacra Famiglia, l’unica della Striscia di Gaza, padre Gabriel Romanelli: “Abbiamo ricevuto circa 600 visti, meno dello scorso anno – dichiara – ma il numero non è definitivo. Tutti i cristiani, cattolici e ortodossi, sono poco più di 1000 vogliono uscire da Gaza per Natale. Ma il fatto che tutti non possono ci crea disagio. L’anno scorso i permessi concessi da Israele sono stati 722. Di questi la stragrande maggioranza è rientrata a Gaza, quelli rimasti in Cisgiordania si contano sulle dita di una mano. Questo ci fa ben sperare che vengano concessi altri visti. Noi pregheremo per il Natale e che la pace e la gioia arrivi a tutta l’umanità”. Dal 15 al 18 dicembre nella Striscia di Gaza è giunto per la tradizionale visita natalizia, Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme. Quattro giorni di incontri, di visite, di celebrazioni, come battesimi e comunioni, che hanno mostrato, dice padre Romanelli, “tutta la fede dei cristiani di Gaza e la loro resilienza davanti a condizioni di vita difficili e dure”.