(Strasburgo) “Dall’11 aprile 2019 Julian è in regime di detenzione amministrativa, in un carcere del Regno Unito, in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti. Non ha ancora subito alcun processo, ma sono quasi quattro anni che è in prigione”. A raccontare è Stella Assange, la moglie del co-fondatore dell’associazione WikiLeaks, intervenuta questa mattina a Strasburgo in un seminario con i finalisti del premio Sakharov per la libertà di pensiero. Il premio verrà consegnato domani, 14 dicembre, “al coraggioso popolo ucraino”. La colpa di Assange sarebbe “aver portato alla luce la verità della barbarie della guerra” in Siria e Afghanistan, ha continuato la moglie. “Julian soffre profondamente perché non ha motivo di essere in prigione con accuse che riguardano la libertà”, ha aggiunto, denunciando che si tratta di un caso “politicamente motivato”. La signora Assange ha messo in guardia i giornalisti presenti riguardo al fatto che “le attività per cui è accusato, potrebbero colpire chiunque”. Gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere l’estradizione per processare il marito con l’accusa di spionaggio e uso improprio dei mezzi informatici. “Gli Usa vogliono applicare le loro leggi in un contesto extraterritoriale” ha denunciato ancora Stella Assange, secondo cui solo una grande pressione internazionale per chiedere la liberazione del marito potrà liberarlo. Assange, che intanto sta preparando il proprio ricorso alla Corte europea dei diritti umani, ha due figli di 3 e 5 anni, che lo vedono un’ora alla settimana, ha raccontato ancora la moglie domandando: “per quanto tempo un giornalista deve stare in prigione per aver detto la verità?”.