“La società italiana ha bisogno di speranza, e questa viene soprattutto dalla testimonianza di persone che, nella propria condizione di fragilità, non si chiudono, non si piangono addosso, ma si impegnano insieme agli altri per migliorare le cose”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo in udienza stamani i membri dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, ricordando che domani è anche l’anniversario della sua ordinazione sacerdotale, giorno di santa Lucia, patrona delle persone affette da disabilità o malattie della vista. “Ho apprezzato questa scelta, perché esprime un senso religioso tradizionale che appartiene al popolo italiano, e che non si oppone al fatto che la vostra è un’associazione laica e non confessionale”. Il Pontefice ha poi sottolineato l’importanza di “essere persone limpide, trasparenti, sincere; comunicare con gli altri in modo aperto, chiaro, rispettoso”. “Così si contribuisce a diffondere luce negli ambienti in cui si vive, a renderli più umani, più vivibili”. Parlando quindi dell’associazione ha aggiunto che “vi vedo come una forza costruttiva nella società, in particolare nella società italiana, che sta attraversando un momento non facile”. “Può sembrare strana questa prospettiva, perché di solito si associa alla disabilità l’idea del bisogno, dell’assistenza e, a volte – grazie a Dio sempre meno –, di un certo pietismo. No, il Papa non vi guarda così; la Chiesa non vi guarda così. Il punto di vista dei cristiani sulla disabilità non è più e non deve più essere il pietismo e il mero assistenzialismo, ma la consapevolezza che la fragilità, assunta con responsabilità e solidarietà, è una risorsa per tutto il corpo sociale e per la comunità ecclesiale”.