Quest’oggi, nell’aula Paolo VI, Papa Francesco ha ricevuto in udienza i donatori dell’albero di Natale e del presepio allestiti in piazza San Pietro. “Vi accolgo nel giorno in cui vengono presentati il presepe e l’albero di Natale, collocati in piazza San Pietro, come pure il presepe allestito in quest’aula… Vi ringrazio per il dono di questi simboli natalizi, su cui si poserà lo sguardo di numerosi pellegrini provenienti da ogni parte del mondo”, ha detto il Papa. “Vorrei rivolgere un pensiero speciale agli artigiani del legno, che hanno scolpito le statue del presepe; ai ragazzi della struttura Quadrifoglio di Rosello, che hanno realizzato parte degli addobbi dell’albero; a quanti hanno coltivato nel vivaio di Palena l’abete e gli alberi più piccoli destinati ad altri ambienti vaticani. La mia riconoscenza va pure ai tecnici e al personale del Governatorato, qui convenuti con il cardinale Fernando Vergez e con suor Raffaella Petrini”. Bergoglio ha così proseguito: “l’albero e il presepe sono due segni che continuano ad affascinare piccoli e grandi. L’albero, con le sue luci, ricorda Gesù che viene a rischiarare le nostre tenebre, la nostra esistenza spesso rinchiusa nell’ombra del peccato, della paura, del dolore. E ci suggerisce un’ulteriore riflessione: come gli alberi, così anche gli uomini hanno bisogno di radici. Poiché solo chi è radicato in un buon terreno, rimane saldo, cresce, “matura”, resiste ai venti che lo scuotono e diventa un punto di riferimento per chi lo guarda. Ma senza radici nulla di ciò avviene”.
“E veniamo così al presepe, che ci parla della nascita del Figlio di Dio fattosi uomo per essere vicino a ciascuno di noi. Nella sua genuina povertà, il presepe ci aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale, e a purificarci da tanti aspetti che inquinano il paesaggio natalizio. Semplice e familiare, il presepe richiama un Natale diverso da quello consumistico e commerciale; ricorda quanto ci fa bene custodire dei momenti di silenzio e di preghiera nelle nostre giornate, spesso travolte dalla frenesia. Il silenzio favorisce la contemplazione del Bambino Gesù, aiuta a diventare intimi con Dio, con la semplicità fragile di un piccolo neonato, con la mitezza del suo essere adagiato, con il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono”. Il Papa ha poi affermato: “se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza di Dio, che non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. Per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, farsi piccoli. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, a Gesù che desidera entrare nelle nostre case, nei nostri cuori. Sì, Dio ci ama così tanto da condividere la nostra umanità e la nostra vita”.