Una nuova speranza di trattamento per i bambini affetti da Hiv arriva dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù alla vigilia della Giornata mondiale contro l’Aids. Medici e ricercatori sono riusciti a mettere a punto una nuova procedura in grado di caratterizzare la carica virale residua e la risposta immunitaria protettiva a essa associata presente nei pazienti, individuando quei bambini in cui il residuo virale risulta dormiente e quelli in cui tale residuo comporta, se non adeguatamente trattato, un rischio di recidiva della malattia.
Ogni anno nel mondo si registrano circa 150mila nuove infezioni pediatriche, per un totale di circa 1.700mila bambini con infezione da Hiv.
Per superare il problema delle ridotte quantità di sangue prelevabili da un bambino, i ricercatori delle aree di Immunologia Clinica e Vaccinologia diretta da Paolo Palma e di Infezioni complesse e perinatali diretta da Stefania Bernardi, in collaborazione con l’unità di Aferesi di Giovanna Leone della Medicina Trasfusionale del Bambino Gesù, hanno studiato l’applicazione di una procedura con cui ottenere una quantità ottimale di cellule pronte per la caratterizzazione. Si tratta della leucoaferesi che, attraverso un apposito macchinario, consente di prelevare solamente i globuli bianchi, reimmettendo poi in circolo il resto del sangue. Il procedimento è risultato sicuro per i piccoli pazienti ed efficace. Il materiale cellulare ottenuto con la leucoaferesi ha quindi consentito a medici e ricercatori del Bambino Gesù di eseguire una nuova caratterizzazione molecolare della riserva virale in collaborazione con il laboratorio di Mathias Lichterfeld del Mit di Boston, tra i massimi esperti mondiali in questo campo. I risultati dello studio saranno presentati nel corso della 30° edizione della Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections che si terrà dal 19 al 23 febbraio 2023 a Seattle dove sono già stati considerati di estremo interesse dalla commissione scientifica valutatrice, premiando Nicola Cotugno con la scholarship per partecipare all’evento.
“Grazie ai risultati ottenuti dai due studi condotti dal Bambino Gesù è ora possibile determinare le caratteristiche della riserva virale dei bambini con infezione verticale da Hiv, individuando se il virus ancora presente nelle loro cellule abbia o meno la capacità di replicarsi, cioè se sia dormiente o attivo”, spiega Palma. “Nei bambini in cui tale riserva si rivela completamente dormiente, sarà possibile procedere alla sospensione terapeutica nell’ambito di uno studio sperimentale controllato. Un traguardo inseguito da anni da medici e ricercatori che si occupano di Hiv”.
Nel 2023, al Bambino Gesù partirà una sperimentazione che consentirà per la prima volta la sospensione terapeutica nei bambini la cui analisi del residuo virale riveli solo la presenza di virus dormiente. Attualmente presso l’Ospedale pediatrico della Santa Sede sono seguiti circa 100 bambini e ragazzi con infezione da Hiv.