“L’aiuto più importante che ho ricevuto dalla parrocchia? Non è stato solo quello materiale, quando mio marito ed io ci siamo trovati disoccupati e con due bambini da sfamare, quanto il sostegno morale a realizzare il mio sogno: aprire un negozio di abbigliamento da donna. Don Giorgio e le Vincenziane mi hanno accompagnato nelle pratiche burocratiche, ma soprattutto mi hanno sempre incoraggiato e spronato ad andare avanti, senza arrendermi mai” racconta decisa Michela Pinna, 36 anni, giovane commerciante di Iglesias. Quella di Michela era stata in passato tra le 160 famiglie che vengono aiutate annualmente dalla parrocchia di San Pio X nel sostegno al vitto attraverso l’Emporio della solidarietà della Caritas, ma dal 2019 con l’apertura del suo negozio cammina sulle sue gambe. Come Tonio e Svetlana, che grazie all’aiuto economico delle Vincenziane sono riusciti a far laureare la figlia 26enne, che oggi lavora come psicologa. Sono solo due delle storie di successo del lavoro portato avanti dal 2009 dal parroco don Giorgio Fois con il gruppo delle volontarie della San Vincenzo de’ Paoli, da sempre attivissime nel rione di edilizia popolare costruito negli anni ’60. Serra Perdosa è ancora oggi il più popoloso della città con 7mila abitanti su 28mila complessivi, e quello con il maggior numero di famiglie giovani: da alcune settimane grazie ai fondi dell’Otto per mille bambini e adulti hanno anche a disposizione il bellissimo oratorio polivalente intitolato a Papa Francesco.
Classe 1976, originario di Carbonia, chierichetto alle elementari ed entrato in seminario a 11 anni “perché fin da bambino volevo fare il sacerdote”, don Giorgio ha vissuto da vicino l’ascesa e il declino dell’industria mineraria – metallurgica, fino agli anni ’60 tra le più importanti d’Italia e dalla fine degli anni ’80 ridotta a siti di archeologia industriale visitati dai turisti. “Noi parroci un po’ in tutta l’isola e forse non solo in Sardegna – dice con un sorriso – ci ritroviamo ormai a fare anche da assistenti sociali, psicologi, insegnanti e agenti interinali. Ma, come leggiamo anche nel Vangelo con l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, anche Gesù si occupava quando necessario dei bisogni materiali e non solo di quelli spirituali: penso che il nostro sforzo debba essere comunque quello di liberare dal bisogno, e di evitare in ogni modo di rendere le persone dipendenti dagli aiuti”.
Oggi secondo gli ultimi dati, confermati dal rapporto regionale 2021 della Caritas Sardegna su povertà ed esclusione sociale, la provincia del Sulcis Iglesiente è al 104esimo posto su 110 province italiane per reddito pro-capite: il 35 per cento dei contribuenti dichiara meno di 10 mila euro. A questo si aggiungono i bassi dati di istruzione, visto che il Sulcis Iglesiente è la prima provincia in Italia per residenti che posseggono solo la sola terza media, e una gravissima crisi demografica che affligge tutta la Sardegna: popolazione progressivamente sempre più anziana, indici di natalità tra i più bassi al mondo, forte emigrazione dei giovani più istruiti. “Ci troviamo spesso – dice don Giorgio – a far incontrare domanda e offerta di lavoro: ogni volta che qualcuno cerca anche solo a giornata una signora per le pulizie, una badante, un operaio chiamiamo subito le persone disoccupate, proprio per permettere loro di rimboccarsi le maniche, far loro accettare queste opportunità e aiutarli a mantenere con dignità se stessi e le proprie famiglie”.
Anche così si spiegano le sinergie fra il parroco, i gruppi di volontariato attivi insieme alla Caritas in parrocchia e la gratitudine dei beneficiari, che spesso grazie all’aiuto della parrocchia riescono ad arrivare alla fine del mese. “Tutto quello che facciamo – dice Maria Paola Piras, presidente del Gruppo delle Vincenziane attive a San Pio X – riusciamo a farlo tramite le donazioni di tutti noi volontari, le offerte di aziende, di associazioni e di privati che si fidano di noi, e soprattutto grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, che ci permettono di aiutare tutti quelli che si rivolgono a noi e, nei casi più fortunati, di fargli riacquisire l’indipendenza economica”.