(da Verona) “Il conflitto Russia-Ucraina non è cominciato a febbraio ma tanti anni fa. Le stesse famiglie sono separate e distrutte al loro interno. La priorità credo sia mettere subito fine alle violenze e aiutare l’Ucraina a difendersi. Allo stesso tempo c’è bisogno di continuare a cercare il dialogo, di ricreare un senso di fiducia, creare le condizioni per affrontare la questione della pace”. Lo ha affermato Chiara Porro, ambasciatore di Australia presso la Santa Sede, durante il panel “Diplomazia: l’arte di favorire l’incontro e creare le basi per la fiducia” svoltosi stamattina nell’ambito della terza giornata della XII edizione del Festival della Dottrina sociale in corso al Palaexpo Verona Fiere sul tema “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”.
Secondo l’ambasciatrice, anche nel conflitto nel cuore dell’Europa “la religione può avere in ruolo” se non risolutivo certamente propedeutico alla pace: “Quando le vie politiche sembrano chiuse, la religione – ha spiegato – può aiutare ad aprire altre porte”. “Questo – ha proseguito – è quello che sta cercando di fare Papa Francesco che alcune volte è anche molto criticato. Ma sta cercando di tenere le porte aperte, sta cercando tentativi di dialogo con la Chiesa ortodossa russa. Finora i suoi impegni non hanno dato molto frutto ma non dobbiamo escludere che alla fine sia un’intesa interreligiosa a creare le condizioni per un dialogo”.
Nel suo intervento, Porro ha evidenziato che sempre “la diplomazia dev’essere al servizio dell’incontro tra le persone”. In questo senso, “avere la comprensione del ruolo delle religioni nella società è assolutamente fondamentale”. Per esempio, “la testimonianza delle comunità di donne religiose che lavorano dappertutto diventa uno strumento indispensabile per noi diplomatici per comprendere meglio la dinamica di fenomeni come la violenza di genere, il traffico di persone o la violazione sistematica dei diritti umani”. Dopo aver rimarcato “il peso del multilateralismo”, l’ambasciatrice ha ricordato i due ultimi viaggi del Papa in Kazakhistan e Bahrein. “In questi momenti difficili, dobbiamo pensare fuori dagli schemi e creare nuovi coalizioni”, la convinzione di Porro: su questo aspetto “le religioni possono aiutare” anche “per dar voce a quelli che per troppo tempo sono stati esclusi come le donne, i popoli indigeni, i giovani”.