Guerra in Ucraina: Oxfam, “colpite metà delle infrastrutture energetiche, alto rischio di nuove ondate di profughi”

“I ripetuti attacchi aerei che stanno prendendo di mira le infrastrutture civili in tutta l’Ucraina, lasciano milioni di persone senza elettricità, acqua e riscaldamento, compromettendo la capacità di fornire questi servizi in tutto il Paese”. A lanciare il grido d’allarme è l’Oxfam, con altre 22 organizzazioni internazionali e ucraine al lavoro per soccorrere la popolazione, insieme alla ferma condanna per gli ultimi attacchi missilistici da parte delle forze della Federazione Russa, che secondo le stime più recenti hanno già causato almeno 10 vittime e 50 feriti tra la popolazione. “Metà delle infrastrutture energetiche al momento sono state colpite o danneggiate e ieri si sono registrate gravi interruzioni anche in Moldavia, che ospita oltre 95 mila rifugiati, il numero più alto in rapporto alla popolazione, tra i Paesi alla frontiera”, si legge in una nota: “L’attacco ai civili e alle infrastrutture civili costituisce una chiara violazione del diritto umanitario internazionale”. Intanto le temperature stanno già scendendo sotto lo zero e potrebbero arrivare a -20°C in alcune zone, mentre la popolazione sta rimanendo senza beni di prima necessità”. Gli attacchi di questi giorni hanno  reso necessaria la chiusura di tre centrali nucleari. “Senza una tregua immediata – sottolineano le organizzazioni firmatarie dell’appello – il Paese rischia di restare paralizzato e la popolazione senza quasi alcun accesso ai servizi essenziali. Cosa che potrebbe costringere sempre più persone a lasciare il Paese, causando nuove ondate di profughi”. Senza contare che i bombardamenti senza sosta stanno rendendo quasi impossibile portare aiuti essenziali alla popolazione nelle aree più colpite. Di fronte all’emergenza che sta colpendo la popolazione in tutto il Paese le organizzazioni umanitarie lanciano un appello urgente per: “un’immediata cessazione degli attacchi contro la popolazione e le infrastrutture civili, operando una rigorosa distinzione tra obiettivi civili e militari, in particolare nelle aree urbane e densamente popolate; la creazione di canali di accesso (sicuri) per fornire aiuti umanitari anche lungo e attraverso le linee del fronte, in grado di garantire la sicurezza degli operatori umanitari, per portare aiuti essenziali alla popolazione nelle aree colpite, a partire dalle fasce di popolazione più vulnerabili; il rispetto del diritto umanitario internazionale nel garantire, senza condizioni e distinzioni, la sicurezza dei civili; il rispetto del mandato dato ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nell’assicurare la protezione dei civili e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.

 

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