“Comunità e ordini religiosi come generatori di umanità, nel nostro territorio e nel nostro tempo” è il titolo di due incontri culturali promossi dall’associazione “Corsia del Santo – Placido Cortese” che si terranno il 29 novembre e il 6 dicembre, alle ore 20.45, in Sala dello Studio teologico della basilica di Sant’Antonio a Padova.
L’iniziativa è occasione per conoscere il ruolo delle comunità religiose che fanno parte a pieno titolo del nostro territorio; comunità che in ogni momento storico hanno saputo rispondere ai bisogni delle persone, contribuendo a dare fiducia e offrire uno sguardo nuovo sul vissuto di ciascuno e sul mondo.
Il primo incontro “Comunità generative di vita nella contemporaneità” vedrà il contributo di suor Patrizia Rossi, dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Padova, nonché docente di matematica e religione all’Istituto don Bosco. Introdurrà la serata Anna Soatto, presidente di “Corsia del Santo – Placido Cortese”.
Il secondo incontro, in occasione della pubblicazione degli atti del convegno internazionale di studi attorno all’abbazia di Santa Giustina “Dalla Riforma di Santa Giustina alla congregazione cassinese. Genesi, evoluzione e irradiazione di un modello monastico europeo (sec. XV-XVII)”, avrà come tema la “Presentazione di un monastero a rete per un cammino condiviso di civiltà”. Due i relatori, Giulio Pagnoni, abate del Monastero di Santa Giustina, e l’abate emerito Francesco Trolese, direttore del Centro storico benedettino italiano. A introdurre l’incontro sarà Patrizio Zanella, storico e vice presidente di “Corsia del Santo – Placido Cortese”.
“Le comunità religiose femminili sono chiamate oggi a seminare vita con creatività e competenza – anticipa suor Patrizia Rossi, protagonista dell’incontro del 29 novembre –. La crescente domanda di spiritualità può trovare proprio nella componente femminile della vita religiosa una risposta ‘calda’ alle ansie e paure dell’umanità. La comunità religiosa è quindi chiamata a essere ‘spillover’ di umanità in un contesto storico in continuo mutamento dove l’incertezza è il solo dato certo. Per aprirsi alle nuove realtà occorre amare e conoscere il territorio in cui si vive per sprigionare nuove energie di cambiamento. Questo comporta la presenza nelle comunità di donne consacrate consapevoli che, con il loro piccolo o grande contributo, possono coinvolgere altre donne e uomini capaci di trasformare la società nella contemporaneità”.
“All’inizio del 1400, pochi anni dopo l’espansione veneziana in terraferma, dall’Abbazia di Santa Giustina in Padova si è irradiata una importante riforma monastica – spiega l’abate Giulio Pagnoni –. Nel volgere di un secolo decine di cenobi, appartenenti a differenti aree della penisola, e perciò dotati di sensibilità e caratteristiche molto diversificate, hanno irrobustito legami ideali, creato vincoli disciplinari e sviluppato scambi economici e artistici. Per secoli, la Congregazione di Santa Giustina ha rappresentato un modello ‘a rete’ di equilibrio tra uniformità e differenza”.