“La giornata di ieri probabilmente passerà alla storia dell’Ucraina e del mondo come un altro giorno di grande crimine di guerra su vasta scala, commesso dalla Russia”. Si apre così il video messaggio diffuso ieri da S.B. Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini. “Ieri, in un solo giorno, la Russia ha lanciato contro l’Ucraina più di 70 razzi, uccidendo più di 10 persone e ferendone almeno 36″, dice l’arcivescovo. “Sono le notizie che apprendiamo questa mattina: dopo un massiccio attacco, tutte le centrali elettriche dell’Ucraina – nucleari, termiche e idroelettriche – sono rimaste senza corrente, perché è stata interrotta la continuità del sistema energetico dell’Ucraina. Secondo i calcoli delle autorità statali ucraine, con gli attacchi seriali dei missili contro l’Ucraina, dal 10 ottobre al 23 novembre la Russia ha lanciato circa 600 missili di diverso grado e tipo. A questa mattina il 70% della nostra capitale, la città di Kyiv, rimane sempre senza l’elettricità. L’approvvigionamento idrico è stato parzialmente ripristinato, ma oggi siamo davvero stupiti dagli sforzi eroici dei nostri operatori energetici e di altri nostri professionisti, medici e soccorritori. Quanto eroismo manifestano nel loro lavoro in questi giorni!”. Le conseguenze degli attacchi e del conseguente black out toccano mettono in pericolo la vita stessa delle persone. “Dopo l’arrivo dei razzi – dice l’arcivescovo -, migliaia di minatori sono rimasti nelle miniere sotterranee. Solo ieri è stato possibile liberare a Kryvyi Rih e nel distretto di Pavlohrad circa tremila minatori intrappolati che sono stati portati con successo in superficie. Nella città di Cherkasy senza elettricità i medici hanno eseguito ieri un’eccezionale operazione di trapianto di rene”.