“Apprendiamo dalla stampa che nell’ambito della manovra il governo intende modificare il tetto per l’applicazione dei voucher anche in agricoltura: in attesa di conoscere maggiori dettagli su questa proposta, per trarre opportune valutazioni, sollecitiamo il ministro Lollobrigida a convocarci al più presto, per avviare un confronto nel merito ed evitare al governo di adottare misure che potrebbero avere pesanti ricadute sociali”. Così il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, commenta l’innalzamento a 10mila euro del tetto per l’applicazione dei buoni lavoro in agricoltura, ipotizzato dal governo Meloni.
“I voucher in agricoltura – ricorda Rota – già sono normati per studenti, pensionati e percettori di ammortizzatori sociali, per cui siamo pronti a discutere di modifiche sul tetto purché non si vada oltre questa platea: si rischierebbe di indebolire i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, riducendo le tutele assistenziali e previdenziali, senza risolvere nulla rispetto alla mancanza di manodopera denunciata dalle imprese”.
“Ampliare l’uso dei voucher in agricoltura – conclude il sindacalista – è un tema da approfondire per non contraddire le conquiste ottenute finora contro lo sfruttamento e il lavoro nero, tenendo presente che la contrattazione nazionale e quella provinciale garantiscono già molta flessibilità, e che la vera sfida attuale sta nel rendere più attrattivo e solido il lavoro agricolo, obiettivo che stiamo perseguendo anche con l’applicazione della condizionalità sociale prevista dalla nuova Pac e con le sperimentazioni positive avviate con gli enti bilaterali territoriali. Perciò siamo disponibili alla semplificazione delle assunzioni ma dentro un quadro di massima garanzia della trasparenza, della regolarità dei rapporti di lavoro e della piena applicazione dei contratti, mentre va evitato il ritorno al mercato selvaggio dei voucher, che in passato ha creato molti più problemi di quanti non ne abbia risolti”.