Al Consiglio regionale della Calabria una proposta di legge aperturista sul gioco d’azzardo. I dubbi degli esperti

Questione gioco d’azzardo sul tavolo del Consiglio regionale della Calabria. All’art. 16 della legge 9/2018 (“Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”), che entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio 2023, ora si affianca la proposta di legge n. 107/2022, che però ha incontrato le perplessità degli operatori sul campo. Nella seduta dell’8 novembre scorso si è svolta l’audizione di “Mettiamoci in Gioco”, un coordinamento nazionale di associazioni contro i rischi del gioco d’azzardo, rappresentata dall’esperto Roberto Gatto, della Comunità progetto Sud di Lamezia, portavoce regionale del Movimento, il quale ha espresso il “parere negativo” su alcuni punti della nuova proposta di legge

(Foto ANSA/SIR)

Questione gioco d’azzardo sul tavolo del Consiglio regionale della Calabria. All’art. 16 della legge 9/2018 (“Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”), che entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio 2023, ora si affianca la proposta di legge n. 107/2022, che però ha incontrato le perplessità degli operatori sul campo.
Nella seduta dell’8 novembre scorso si è svolta l’audizione di “Mettiamoci in Gioco”, un coordinamento nazionale di associazioni contro i rischi del gioco d’azzardo, rappresentata dall’esperto Roberto Gatto, della Comunità progetto Sud di Lamezia, portavoce regionale del Movimento, il quale ha espresso il “parere negativo” su alcuni punti della nuova proposta di legge, “affinché la Regione sia protagonista nel diffondere la consapevolezza dei rischi economici e sanitari, per chi si avvicina ai giochi con vincita in denaro”. Lo abbiamo intervistato per il Sir.
Il coordinamento calabrese è composto da Ada, Anteas, Centro Agape, Arci Lamezia-Vibo, Crea, Coldiretti, Comunità Progetto Sud-Cnca, Federserd, Federconsumatori, Fict, Forum delle associazioni familiari, Lega Consumatori, Libera, Vivere In.

Presidente, in cosa consiste il vostro intervento?
La legge regionale del 2018 è su un tema più generico rispetto al gioco d’azzardo, ovvero l’antimafia.
Eppure l’art. 16 si occupa di gioco, assegnando ai Comuni il compito di definire l’orario di apertura dei giochi, prevedendo un tempo massimo di apertura non superiore alle 8 ore giornaliere e la chiusura, non oltre le ore 22 per le sale da gioco, nonché lo spegnimento dei giochi non oltre le ore 20 per le rivendite di generi di monopolio. Questo articolo avrebbe dovuto essere applicato entro due anni, ma tale attuazione non c’è mai stata, anche a causa della pandemia.

Adesso è subentrata una nuova proposta di legge.
Il problema è che con la proposta di legge n. 107 si propone di eliminare sia il vincolo delle 8 ore di apertura giornaliere, sia il termine orario di chiusura.

Una proposta di legge liberalizzante, si potrebbe dire.
La legge n. 9/2018, certamente non perfetta, è anzitutto a livello di principio, ma si preoccupa anche di operare una limitazione delle sale gioco, in particolare sulle caratteristiche delle stesse: distanza dai luoghi sensibili, limitazioni di orario, perché non siano aperti 24h ore al giorno. Il comma 3 dell’articolo 16 vigente, infatti, prevede che i punti gioco siano localizzati a una distanza minima, dai luoghi sensibili di aggregazione sociale, come le scuole, di 300 metri, nei Comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti, e di 500 metri nei Comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti.
Con la pdl n. 107/2022, invece, si propone di ridurre a 300 metri la distanza minima, anche per i Comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti. Per questo ci stiamo opponendo. Senza dimenticare che le sale gioco sono solo una parte del problema, perché c’è una grande incidenza del gioco online.

Perché il tema merita una particolare attenzione?
Abbiamo i dati di quanto si gioca in Calabria: dopo la pandemia il gioco sta aumentando, tanto è vero che sul territorio calabrese abbiamo una stima di circa quattro miliardi annui di giocate. Mi preme evidenziare che uno dei motivi per il quale si gioca è il tentativo di vincere per superare le condizioni di difficoltà economiche. Giocano anzitutto coloro i quali non possono permetterselo. In conseguenza di ciò, però, i giocatori sono purtroppo spesso destinati a indebitarsi e quindi a finire nelle maglie degli usurai.

Lei si occupa della cura dei giocatori patologici. Quali le conseguenze che manifestano?
Conseguenze simili alle dipendenze da sostanza. Perdite di interesse, irritabilità, perdita di relazione familiare ed autostima. Stiamo cercando di contrastare la proposta di legge n. 107 conoscendo i rischi di queste liberalizzazioni. È fondamentale tuttavia non solo riflettere sull’apertura o meno di sale gioco, ma anche porre in essere azioni di prevenzione, affinché non si giochi o si giochi responsabilmente. La popolazione va resa consapevole dei rischi che corre, perché il rischio di diventare giocatori patologici è purtroppo molto alto.

Altri articoli in Territori

Territori