(Bruxelles) “Gli orientamenti che presentiamo oggi per riformare il sistema di governance economica dell’Ue affrontano le nuove realtà e sfide”. Così si è espresso Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, durante l’incontro di oggi con i giornalisti al Berlaymont. “Puntiamo a un sistema di regole fiscali più semplice, con una maggiore titolarità dei Paesi e una maggiore libertà per la riduzione del debito, ma combinato con un’applicazione più forte”. Di fatto rimangono in vigore i valori di riferimento sanciti dal Trattato di Maastricht: 3% del Pil per il disavanzo pubblico e 60% del Pil per il debito pubblico. “Soprattutto, miriamo a garantire la sostenibilità del debito pubblico. Ciò richiederà un aggiustamento di bilancio nonché riforme e investimenti volti a favorire la crescita”. Il commissario ha spiegato che “ciascuno Stato membro dovrebbe combinare questi elementi in un piano strutturale di bilancio quadriennale, da presentare alla Commissione”. Un piano sul quale ottenere il via libera del Consiglio e poi rispettare. “I Paesi ‘possederanno’ i loro piani essendo direttamente coinvolti nella loro progettazione. Questa è una vera novità rispetto alla situazione odierna”. Quindi, dato che “esistono situazioni di sostenibilità di bilancio molto diverse tra gli Stati membri, la combinazione di elementi può variare a seconda delle circostanze nazionali”. A ogni Stato verrà chiesto di procedere verso il 60% del debito sul Pil: ma ciò che sarà essenziale, “è che ogni Paese deciderà come arrivarci e quanto velocemente”. Gli Stati membri definirebbero dunque i propri percorsi “in modo più realistico di quanto richiederebbe l’attuale regola del 1/20 del debito”. Tuttavia, ha specificato Valdis Dombrovskis, “i Paesi con notevoli problemi di debito pubblico dovrebbero comunque ridurre il proprio debito più rapidamente rispetto a quelli con preoccupazioni meno urgenti. La Commissione valuterà inoltre se è garantito che il disavanzo sia mantenuto al di sotto del 3% del Pil in un periodo di 10 anni. “Per migliorare la qualità delle finanze pubbliche, i Paesi potrebbero richiedere un percorso di aggiustamento più lungo e graduale. Ciò in cambio di ulteriori riforme strutturali e investimenti per promuovere la sostenibilità di bilancio e la crescita sostenibile”.