“Desideriamo che le liti tra Oriente e Occidente si ricompongano per il bene di tutti, senza distrarre l’attenzione da un altro divario in costante e drammatica crescita, quello tra Nord e Sud del mondo”. Lo ha detto Papa Francesco nel suo discorso alla chiusura del “Bahrain Forum for Dialogue East and West for Human Coexistence” ad Al-Fida’ Square presso il Sakhir Royal Palace. “L’emergere dei conflitti non faccia perdere di vista le tragedie latenti dell’umanità – ha auspicato il Pontefice -, come la catastrofe delle disuguaglianze, per cui la maggior parte delle persone che popolano la Terra sperimenta un’ingiustizia senza precedenti, la vergognosa piaga della fame e la sventura dei cambiamenti climatici, segno della mancanza di cura verso la casa comune”.
Papa Francesco ha indicato poi tre “sfide”: l’orazione, l’educazione e l’azione. L’orazione, perché “gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo”, ha detto il Papa citando Gaudium et Spes. Quindi l’esigenza di “purificarci dall’egoismo, dalla chiusura, dall’autoreferenzialità, dalle falsità e dall’ingiustizia”. “Chi prega, riceve nel cuore la pace e non può che farsene testimone e messaggero”.
L’attenzione, quindi, all’educazione. “Dove mancano opportunità di istruzione aumentano gli estremismi e si radicano i fondamentalismi – ha aggiunto -. E, se l’ignoranza è nemica della pace, l’educazione è amica dello sviluppo, purché sia un’istruzione veramente degna dell’uomo”. Infine, l’azione: chi è religioso “con forza dice ‘no’ alla bestemmia della guerra e all’uso della violenza. E traduce con coerenza, nella pratica, tali ‘no’”.