Oggi papa Francesco riceverà in udienza l’organismo che curerà le celebrazioni per l’ottocentesimo anniversario della morte di san Francesco D’Assisi, dal 2023 al 2026. Lo ha reso noto ieri il settimanale della diocesi di Rieti www.frontierarieti.com, rilanciando una nota del coordinamento ecclesiale che supporterà le celebrazioni per la ricorrenza. L’udienza è “un appuntamento denso di significato per i circa 300 partecipanti all’appuntamento che hanno già cominciato a lavorare, malgrado i festeggiamenti culmineranno nel 2026, quando il 3 ottobre verranno ricordati gli 800 anni dalla morte del Poverello. Nel 2023 si ricorda anche l’anniversario del primo presepe e della regola bollata. Il lancio delle celebrazioni per l’VIII Centenario della morte di san Francesco D’Assisi è avvenuto il 29 novembre 2021 a Greccio per opera di mons. Domenico Pompili, all’epoca vescovo di Rieti e oggi neovescovo di Verona e incaricato dalla Cei per il centenario. Con lui l’allora vescovo di Arezzo mons. Riccardo Fontana (a fine novembre l’insediamento in diocesi di mons. Andrea Migliavacca) e quello di Assisi mons. Domenico Sorrentino. Il cammino attraversa, dunque, tre Regioni, Lazio, Umbria e Toscana: “Mettere questi diversi territori non in competizione, ma in conversazione”, è l’obiettivo delle iniziative, ribadisce mons. Pompili, accanto a quello di coinvolgere i fedeli. Per curare le celebrazioni sono stati costituiti diversi comitati: da quello governativo, in corso di istituzione, a quello della famiglia francescana, che guarda in modo particolare alla dimensione internazionale. In questo caso si vuole affiancare tutte le realtà francescane sparse nel mondo – che non avranno la possibilità di frequentare i santuari in Italia – per consentire l’adeguata celebrazione dei centenari all’estero. “A gennaio 2023 lanceremo un nuovo sito web gestito interamente dalla famiglia francescana”, annuncia il coordinatore fra’ Cesare Vaiani, definitore generale dell’ordine dei Frati Minori. Il portale conterrà la cronaca dei vari eventi nonché i sussidi spirituali che sono già in circolazione. “Tali testi – precisa il religioso – sono tradotti in undici lingue tra le quali anche l’arabo e il cinese”.