Nuovo Governo. De Palo: “Per puntare al quoziente familiare occorre incrementare l’assegno unico e passare per politiche concrete”

In un periodo difficile segnato, anche nel nostro Paese, dal caro bollette e dall’aumento dell’inflazione, oltre che dal grave inverno demografico, quali sono le attese delle famiglie? Ne parliamo con Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari e della Fondazione per la natalità

Foto Calvarese/SIR

Un sostegno alla famiglia, “nucleo primario delle nostre società, culla degli affetti e luogo nel quale si forma l’identità di ognuno di noi”, e alla natalità con “un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle sue dichiarazioni programmatiche in Parlamento, assicurando l’impegno “di aumentare gli importi dell’assegno unico universale e aiutare le giovani coppie a ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente anche per l’introduzione del quoziente familiare”. A Gigi De Palo, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari e della Fondazione per la natalità, chiediamo quali sono le aspettative concrete nei confronti del nuovo Governo rispetto a temi centrali come la famiglia e la natalità.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Quali sono le richieste del Forum al nuovo Governo?

La prima occasione di intervento c’è subito: c’è già una legge di bilancio che non andrebbe persa, cioè che andrebbe seguita con attenzione, perché già si possono fare delle cose belle e buone. Infatti, già in questa legge di bilancio si possono mettere più risorse a vantaggio dell’assegno unico, si possono ricalibrare le cifre avanzate per l’assegno unico – avanzate semplicemente perché molte persone non ne hanno usufruito -, dunque si potrebbe fare una rivisitazione dell’assegno unico anche tenendo conto delle difficoltà a cui le famiglie stanno andando incontro per colpa del forte aumento dell’inflazione. Non so se si possa fare già in questa legge di bilancio, ma sarebbe interessante avviare una riflessione molto seria sull’Isee, prevedendo già da subito di un Isee che tenga conto dei carichi familiari. L’Inps parlava di Isee di prestazione, cioè di una sorta di Isee che ci permetta di valutare le famiglie con figli il giusto e magari dare un peso minore alla casa di proprietà. Comprendiamo che i tempi sono risicati, ma avanziamo questa richiesta se fosse possibile già intervenire su questo problema.

Ulteriori passi necessari per migliorare la condizione delle famiglie italiane?

Per gli anni a venire il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in maniera molto chiara ha parlato di un’introduzione graduale del quoziente familiare. Quello che noi auspichiamo è che

nei prossimi cinque anni si adotti il quoziente familiare alla francese,

un provvedimento che tutti i governi hanno indicato come un modello da seguire; infatti, la Francia dal punto di vista della natalità è un esempio. Potrebbe essere un bellissimo segnale, molto chiaro per quanto riguarda le politiche familiari. È chiaro che per arrivare al quoziente familiare alla francese è bene mettere, anno dopo anno, più risorse a disposizione per l’assegno unico, cioè per arrivare al quoziente familiare occorre passare attraverso politiche familiari concrete, che non possono non toccare l’assegno unico, migliorandolo, e mettere dei parametri differenti per quanto riguarda l’Isee, che oggettivamente non è equo. Le famiglie non vengono considerate per il reale peso che hanno. L’Isee non offre una fotografia buona, tutte le famiglie sono contrarie, per arrivare a un’universalità dell’assegno unico, che è quello che noi auspichiamo da tempo. Se l’assegno unico dovesse, come nel modello tedesco, diventare una cifra elevata indipendentemente dal reddito delle famiglie, questo aiuterebbe.

E per invertire il calo demografico che da anni sta sempre più colpendo l’Italia?

L’assegno unico non fa ripartire la natalità, per essa è necessario un piano ad hoc. Inoltre, occorre prevedere delle risorse già nel Pnrr, dove non c’è nulla per quanto riguarda la natalità e ciò è molto negativo perché la natalità è un tema centrale.

L’auspicio è che anche nel Pnrr ci possa essere una voce sulle politiche che facciano ripartire la natalità.

Stiamo facendo discorsi bellissimi sull’aumento dell’assegno unico, sul quoziente familiare, ma se non aumentano le nascite restano intenzioni. Il rischio è commettere l’errore del Pnrr: investiamo negli asili nido, ma se non nascono bambini a cosa servono? L’importante è che ci sia una visione di insieme.

Sperate di vedere accolte le vostre richieste?

Tutti gli auspici che facciamo sono assolutamente bipartisan. Abbiamo fiducia perché ad esempio l’assegno unico è passato all’unanimità, mettendo d’accordo maggioranza e opposizione, nel precedente governo. L’auspicio è che si riesca a fare squadra anche questa volta.

Famiglia e natalità non sono un tema divisivo, sono una questione cruciale per il bene del Paese.

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