Con le sue proposte per la revisione delle norme sugli standard per la qualità dell’aria e dell’acqua, la Commissione Ue punta alla neutralità energetica nel trattamento dell’acqua urbana entro il 2040 e al riutilizzo per favorire l’economia circolare. Nel dettaglio, l’esecutivo europeo propone “l’obbligo di recuperare i nutrienti dalle acque reflue, nuovi standard per i microinquinanti e nuovi requisiti di monitoraggio per le microplastiche”. Gli obblighi di trattamento delle acque saranno estesi anche ai comuni mille abitanti. Inoltre, per le piogge abbondanti, dovranno esserci piani di gestione idrica integrata nelle città di grandi dimensioni. Dopo l’esperienza del Covid-19, la Commissione propone anche di “monitorare sistematicamente le acque reflue per diversi virus, tra cui il CoV-Sars-19, e la resistenza antimicrobica”. I Paesi Ue dovranno, poi, “garantire l’accesso ai servizi igienici per tutti, soprattutto per i gruppi vulnerabili ed emarginati”. Considerato che il 92% dei microinquinanti tossici presenti nelle acque reflue proviene da medicine e cosmetici, la Commissione ha previsto una nuova responsabilità estesa al produttore: dovrà pagare i costi della rimozione dei prodotti inquinanti. Si stima che le modifiche “aumenteranno i costi del 3,8% (fino a 3,8 miliardi di euro all’anno nel 2040) per un beneficio di oltre 6,6 miliardi di euro all’anno, con un rapporto costi-benefici positivo in ogni Stato membro”. La Commissione propone anche di aggiornare l’elenco degli agenti inquinanti dell’acqua, aggiungendo 25 sostanze: Pfas, sostanze utilizzate per pentole, indumenti e mobili, prodotti antincendio e per la cura personale; pesticidi, come il glifosato; il bisfenolo A, un plastificante e un componente degli imballaggi in plastica; antidolorifici, antinfiammatori e antibiotici.