Perù: continua la paralisi politica. Per il card. Barreto il presidente Castillo farebbe bene a rinunciare

Il cardinale Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo, nel corso di un’intervista all’emittente Rpp, di fronte alla paralisi politica che vive il Perù, ha affermato esplicitamente che il presidente della Repubblica Pedro Castillo di dimettersi dall’incarico alla luce delle indagini in corso contro di lui, legate a presunti fatti di corruzione che riguardano il presidente e i suoi familiari. Secondo il porporato, facendo “un passo di lato” Castillo farebbe al Paese “un grande favore”, di fronte all’evidenza di una generalizzata corruzione.
L’arcivescovo di Huancayo ha affermato che il Congresso della Repubblica è al tempo stesso chiamato a rispondere a una “responsabilità storica” in questa crisi politica e di stabilità che sta attraversando il Paese, convocando nuove elezioni generali. Una possibilità questa, non immediata, dato che l’iter ordinario è quello che, in caso di dimissioni del presidente, sia il vicepresidente a subentrare alla guida della nazione (com’era accaduto in occasione del precedente mandato).
In merito alla missione di osservazione che l’Organizzazione degli Stati americani (Osa) invierà, su richiesta del presidente Castillo, il card. Barreto ha chiesto che essa ascolti tutte le parti e sia obiettiva. Nei giorni scorsi il presidente Castillo aveva ancora una volta respinto le accuse, contenute in vari fascicoli che sono stati aperti contro di lui, affermando che è in corso un “colpo di Stato” da parte del potere giudiziario. La portata dei reati rispetto ai quali è accusato il presidente non è tale da portare automaticamente all’impeachment. Il Congresso ha comunque votato una risoluzione che impedisce a Castillo di lasciare il Paese, nel timore che egli voglia trovare rifugio all’estero.

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