Realizzato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse di Caritas Ambrosiana, è stato presentato oggi a Milano il “Rapporto sulle povertà nella diocesi di Milano. Dati 2021”, che raccoglie ed elabora le informazioni provenienti da un campione di 125 Centri d’ascolto (Cda) distribuiti nell’intera diocesi e 3 servizi attivi nella città di Milano. Il Rapporto illustra i “chiaroscuri” del 2021, “anno in cui gli inequivocabili segni di ripresa economica e occupazionale non hanno impedito che si registrasse il record degli accessi ai Cda – spiega Caritas – e che, tra gli utenti, rimanesse una significativa quota di ‘nuovi poveri’, ovvero coloro che si sono rivolti per la prima volta a uno sportello Caritas nel 2020, a partire dal primo lockdown imposto dal Covid”.
Attraverso diversi dati convergenti, il Rapporto evidenzia inoltre la quota “sempre più consistente, tra coloro che chiedono aiuto, di persone in possesso di un lavoro, per quanto intermittente, somministrato, precario: il tema del ‘lavoro povero’ si va facendo sempre più rilevante”. “Siamo sollecitati a riflettere – ha commentato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – sui nessi tra progresso economico e coesione sociale: se il primo non è propulsore della seconda, se l’incremento della produzione e dell’occupazione non si traducono in una garanzia effettiva e universale dei diritti sociali, abbiamo un problema. Che si affronta con strumenti come il Reddito di cittadinanza, da rettificare e migliorare, non da depotenziare. Ma è evidente che urgono scelte politiche di sistema, a monte del pur doveroso intervento assistenziale, che si dispiega a valle”.
Il Rapporto contiene dati anche sull’accoglienza dei profughi ucraini, avvenuta in diocesi nel 2022, e sui problemi che vive chi è chiamato ad accogliere da mesi. Commentando i risultati dell’indagine sui Cda, sono state infine sviluppate considerazioni anche sull’acuirsi della povertà energetica, conseguenza dell’odierno scenario di guerra.