La promulgazione delle leggi razziali in Italia, fu un atto di “razzismo puro in quella fase storica e che l’Italia visse, produsse e realizzò, anche con fondamentale apporto proprio del mondo accademico asservito all’ideologia, con un sistema ineluttabile, infallibile e puntuale di esclusione degli ebrei italiani dalla vita ebraica e da quella accademica”. Lo ha ricordato Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica romana, intervenendo oggi all’Università Lumsa di Roma all’incontro “L’antisemitismo classico e contemporaneo: vecchie e nuove tendenze e come affrontarle. Una riflessione a quasi 85 anni dall’adozione delle Leggi razziali in Italia” promosso dall’Ambasciata d’Israele in Italia, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) e la Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). Dureghello ha ringraziato il rettore della Lumsa, Francesco Bonini, che nel suo saluto ha definito le leggi razziali una “inescusabile pagina di responsabilità del mondo accademico del nostro paese, che a distanza di 85 anni riflette ed elabora un tema ancora attuale e anzi in divenire come quello dell’antisemitismo’”. Per la presidente della comunità ebraica romana l’antisemitismo “è un tema che gli ebrei della comunità che rappresento conoscono da 2000 anni, che essere ebrei e vivere la nostra condizione identitaria in questo sistema, in questo mondo, diviene una colpa più che un’opportunità. E lo diviene sempre di più nell’elaborazione appunto del concetto di antisemitismo, che come ben sappiamo trova occasione per essere rigenerato, rinverdito e assorbito nei diversi contesti della società”. Come dimostrato anche durante la pandemia, quando sono rifiorite “teorie complottiste e colpevolizzanti del mondo ebraico molto legate anche al rapporto del mondo degli ebrei di tutto il mondo con Israele e dal ruolo d’Israele nella politica internazionale e nel sistema di geopolitica. Questa è un’occasione preziosa di riflessione che abbiamo”. Memoria e cultura, ha rimarcato Dureghello, “non sono esclusiva del mondo ebraico. Oggi abbiamo la grande opportunità di assumerci tutti questa responsabilità e di farlo in contesti innanzitutto accademici, ma anche istituzionali. La lotta all’antisemitismo assume in sé un ruolo, una strategia europea e nazionale che è necessario dover affrontare anche per il futuro con una spinta e con un impulso ancora maggiore, perché come detto la cultura ebraica è parte fondamentale della cultura del nostro paese”.